Polizze index linked e unit linked: tutta la verità. Molto spesso avrete sentito parlare di questi prodotti assicurativi. Ma sono veramente assicurativi? O sono prodotti finanziari? O sono prodotti finanziari mascherati da assicurativi? Di una cosa potete star certa, come consumatori. Sono un vantaggio per chi le emette. Questo perché i costi di gestione e la tassazione non le rendono certamente vantaggiose per il cliente/risparmiatore. E, nonostante questo, sono state vendute a piene mani dalle reti di consulenza. Non solo assicurative, tra l’altro.
In definitiva, di cosa si tratta? Sono prodotti a contenuto prevalentemente finanziario. Si tratta di contratti in cui le prestazioni sono collegate a prodotti finanziari. Di solito ad un indice azionario o ad un altro valore di riferimento simile. Per tutelare chi contrae tali polizze, l’IVASS ha introdotto una disciplina importante. Che prevede che sia a carico della compagnia il rischio di insolvenza delle società sottostanti. Cioè coloro che hanno emesso i titoli a cui sono agganciate le prestazioni assicurative. Non è quindi più possibile spostare sul sottoscrittore il rischio di controparte. Pensate che una volta era possibile. Pensate il vantaggio che avevano gli emittenti…
Polizze index linked e unit linked: tutta la verità
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Il capitale di queste polizze è quindi investito in strumenti finanziari. Se proposte per periodi di tempo breve, possono risentire, e molto, degli andamenti dei mercati. Pensate di averne sottoscritta una legata ai titoli azionari italiani nel gennaio di quest’anno, ad esempio. In assenza di garanzia di capitale e/o rendimento minimo da parte delle compagnie, è opportuno fare molta attenzione. Soprattutto attenzione ai rischi finanziari. Di cui il più evidente è quello di liquidità. Rischi che, gravando sul contratto, rimangono a carico di chi effettua l’investimento. La presenza di tali rischi può comportare la restituzione di importi inferiori alla somma dei premi versati. E, spesso, purtroppo, accade questo.
Facciamo un esempio. Tratto dal sito del ramo vita del più importante gruppo bancario italiano, tra l’altro. Una polizza index linked è di solito composta da 3 parti. La copertura caso morte (essendo un tipo di polizza vita), un’obbligazione ed un prodotto derivato (a copertura). L’obiettivo di una index linked è duplice. Investire in un indice e restituire alla scadenza almeno il capitale investito. Ora, fate molta attenzione. Secondo voi un prodotto costituito da tre parti sarà un prodotto semplice? Secondo voi, sarà un prodotto economico? Avrà più o meno possibilità di altri di raggiungere i propri obiettivi? Sarà più o meno costoso di prodotti più semplici? Ovviamente no. Chiaro caso di asimmetria informativa. L’emittente struttura prodotti attraenti, ma complessi. Le possibilità di successo vengono presentate. Ma la realtà strutturale del prodotto, ed i costi, le inficiano.
Quanto costano?
Perché, come avrete capito, prodotti così sono costosi. Come minimo avranno il costo per la copertura caso morte, eventuali coperture accessorie e le commissioni di gestione.
E, come detto all’inizio, i costi non possono certo essere bassi. Sul mercato non è raro di incontrarne con costi sintetici del 3-4% annuo. E la tassazione su queste polizze è del 26% per la parte finanziaria. Cioè la massima applicata in Italia. La nostra raccomandazione scatta quindi immediata. Prima di sottoscrivere prodotti come questi, rifletteteci. Leggete bene tutte le carte. Consultatevi col vostro consulente. E, se possibile, evitate. Ci sono prodotti molto migliori e molto meno costosi. Sia in ambito assicurativo che finanziario.