Molti credono che i loro soldi custoditi sulla Postepay siano al sicuro da occhi indiscreti, compreso il Fisco. Credono che le ricariche siano totalmente invisibili ai controlli. Pochi sanno che il Fisco può pignorare tutti i nostri soldi sulla Postepay. Ecco come ciò avviene, lo spiegano gli Esperti di Risparmio di ProiezionidiBorsa.
La novità da fine luglio
L’Agenzia delle Entrate esercita sulle carte postali lo stesso controllo previsto per i nostri conti correnti. Ma c’è di più: i nostri soldi sulla Postepay possono sparire senza il nostro controllo. Da fine luglio, in caso di accertamento il Fisco può pignorarli per regolarizzare i nostri arretrati fiscali.
La Postepay non è una cassaforte inviolabile
A fine agosto, quando abbiamo scritto sulle nostre pagine che quattro milioni di cartelle esattoriali partono domani con destinazione le famiglie italiane, era tutto vero. Oggi, per chi elude le tasse, la prepagata postale non è una cassaforte inviolabile. Sono comunque visibili i nostri dati personali come titolare e i dati fiscali. Quando abbiamo firmato il contratto per sottoscriverla, abbiamo autorizzato Postepay a fornirli a terzi. Ecco perché l’Agenzia delle Entrate può controllare a distanza le operazioni di deposito e prelievo.
Il Fisco a caccia di ‘lavoro nero’
Il compito del Fisco è rintracciare denaro proveniente da utili non dichiarati, come le vendite online clandestine, i lavori domestici o la custodia degli anziani. Denaro che spesso viene versato sulle Postepay. I controlli a distanza sulla prepagata postale servono anche per prevenire la pirateria informatica. Anzi, è bene sapere che il Fisco può controllare i movimenti eseguiti negli ultimi cinque anni.
Pochi sanno che il Fisco può pignorare tutti i nostri soldi sulla Postepay
Indice dei contenuti
Il pignoramento dei risparmi sulla Postepay è una facoltà dell’Agenzia delle Entrate. I pensionati non sono al riparo da questi provvedimenti che colpiscono anche gli imprenditori e i dipendenti. Ma anche i liberi professionisti, i lavoratori atipici, gli artigiani. Sono emersi i depositi di ‘finti disoccupati’ che ritirano il reddito di cittadinanza. Qualcuno si illude che la facoltà di movimenti di entrata e uscita, senza il vincolo della limitazione nel valore, permetta di eludere il controllo fiscale.
Non riceviamo alcun preavviso di accertamento
Quando l’Agenzia delle Entrate avvia una procedura di controllo, non invia una comunicazione al contribuente: in sostanza, non riceviamo alcun preavviso. Ci arriverà tutto con la notifica dell’accertamento. Per i controlli sulla Postepay il Fisco non ci richiede neanche di giustificare la movimentazione di entrata o uscita contestata.
Pignoramenti anche sulle vecchie carte monouso
Il pignoramento si ferma una volta sanata la posizione debitoria. In ogni caso, il contribuente per tutelarsi deve avviare un ricorso dinanzi al giudice. Il pignoramento è valido anche sulle vecchie carte prepagate monouso che fossero ancora in circolazione.