Il signor Giovanni Battista Buitoni crea il marchio nel 1827 insieme alla moglie Giulia Boninsegni a Sansepolcro nel Granducato di Toscana. I figli aprono dei laboratori a Città di Castello nel 1907. Francesco Buitoni, figlio di Giovanni, crea la Società Perugina per la Fabbricazione dei Confetti. La Perugina farà conoscere la cioccolata italiana nel Mondo per tantissimi anni.
Quando ha varcato i confini nazionali, la Buitoni aveva una produzione davvero vasta. Pizze sfoglia, pasta fresca, salse, prodotti autenticamente italiani che giravano il globo e venivano venduti ovunque. Tradizione e qualità erano le parole chiave del successo. La crisi inizia negli anni Sessanta ma le difficoltà finanziare si palesano in tutta la loro criticità a partire dal 1974. Per tutti gli anni Ottanta gli utili sono considerevoli ma non riescono a tenere su un colosso mondiale che affronta con pochi mezzi concorrenti agguerriti e non solo italiani.
Mentre molti di noi sognano con le pubblicità degli anni Ottanta, con le confezioni acquistate durante la spesa settimanale e con i cioccolatini in casa durante le festività, il marchio barcolla. Buitoni e Perugina hanno la strada segnata.
Fuori dall’Italia
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Pochi sanno che Buitoni e Perugina furono create dalla stessa famiglia. Nel 1988 l’azienda viene acquistata dalla Nestlé e durante tutti gli anni 2000 vengono venduti gli stabilimenti presenti nel territorio nazionale. Pastifici, stabilimenti delle caramelle Rossana, gelati e surgelati. La nuova proprietà italo-svizzera rappresentata dalla Newlat Food Group SA, proprietaria anche della Polenghi, ottiene la concessione per 10 anni. I nuovi investimenti del 2010, oltre 12 milioni di euro, permettono di raggiungere alti standard qualitativi riconosciuti dalle associazioni consumatori sia in Italia che all’estero.
Oggi si sta scrivendo un nuovo capitolo di questi marchi tanto amati negli anni 80 e capaci di raggiungere un fatturato annuo di 700 miliardi. La Nestlé non ha rinnovato la concessione alla Newlat Food SA, ha deciso di traslocare dalla storica sede di Sansepolcro. Ma il colosso del settore alimentare che detiene la Buitoni ha dischiarato che il marchio non sparirà e continuerà a operare in Italia e all’estero con prodotti storici e iconici del Made in Italy. Per molti esperti il marchio è destinato a scomparire definitivamente.
Pochi sanno che Buitoni e Perugina nascondevano fragilità mai sanate
In Italia stiamo perdendo competitività ormai da diversi anni. Il numero di marchi che sono stati inventati dagli italiani dagli Sessanta in poi è spaventoso. In ogni settore dell’economia, andando a coprire ogni campo che i mercati proponevano. Hanno raggiunto la popolarità, la ricchezza, poi hanno conosciuto il declino e sono stati venduti a colossi internazionali.
Secondo l’economista Francesco Daveri in Italia si lavora tanto ma si lavora male. Nel 2018 la crescita della produttività del lavoro è stata negativa, unica performance con questo record nefasto nella zona Euro. L’aumento del costo unitario del lavoro sta pesando sui profitti ed è difficile prevedere crescite economiche in situazioni simili. I marchi degli anni 80 erano dei veri sogni per tutti i bambini e anche per molti adulti. Eppure dietro la facciata da fiaba si nascondeva come spesso accade una brutta realtà. Che oggi si è rivelata in tutta la sua tristezza.