Pochi sanno che anche da morti possiamo continuare a renderci utili grazie a questa nuova legge

testamento

Tutto parte dal 1933 dove, con un Regio Decreto, i corpi defunti delle persone sconosciute potevano essere sfruttati dalla ricerca medica e dalla didattica. Ma per tutti questi anni sono state tante le incertezze legate a questa possibilità.

Dei morti, in quanto sconosciuti, non si sapeva nulla della loro salute e, soprattutto, era eticamente sbagliato “usarli” senza un loro consenso da vivi. Sono passati decenni brancolando nel buio a causa dell’incertezza, delle critiche e dell’inconsapevolezza sul da farsi.

Pochi sanno che anche da morti possiamo continuare a renderci utili grazie a questa nuova legge. Un corpo donato alla scienza è sicuramente utilissimo per approfondire sempre di più le conoscenze del nostro organismo. Senza sminuire il poderoso apporto che può dare ai giovani studenti di medicina per affinare le loro capacità.

Sono serviti quasi 90 anni

Per ben 90 anni, quindi, l’assenza di una legislazione chiara, rendeva impraticabile la possibilità di poter donare il proprio corpo post mortem alla scienza e alla ricerca. Nel febbraio 2020 il Governo ha approvato all’unanimità la legge che finalmente permette tutto ciò. Proprio per mettere la consapevolezza dell’interessato al primo posto, tutto si basa sulle Disposizioni anticipate di trattamento. Queste ultime non sono altro che il più comunemente conosciuto testamento biologico.

Registrato il testamento, il defunto, dopo eventuali espianti di organi e funerali, può essere trasferito nell’obitorio del centro di ricerca in attesa che si decida la sua destinazione. La salma andrà poi restituita, in buone condizioni, alla famiglia entro un anno e le spese per tutto questo saranno gestite dal centro specialistico.

Pochi sanno che anche da morti possiamo continuare a renderci utili grazie a questa nuova legge

I centri autorizzati per ora sono undici, sparsi per tutto il territorio nazionale. Una volta arrivata, la salma viene prima visionata da un esperto e conservata negli obitori dentro frigoriferi o congelatori a seconda delle tempistiche del suo impiego.

Avere dei corpi a disposizione serve ai futuri chirurghi per esercitarsi con classici o futuristici strumenti di lavoro, sempre meno invasivi. Invece, i ricercatori potrebbero usare un cadavere per capire, ad esempio, come reagivano alle terapie con cui curavano la malattia per cui sono deceduti.

La medicina è arrivata ai livelli di oggi partendo secoli fa, grazie alla sperimentazione diretta sugli organismi. Con questa nuova legge si troverà finalmente giovamento anche nel contrastare la sperimentazione animale per cui si combatte da tempo. Sicuramente una decisione difficile da prendere, personalissima, ma che servirà alle generazioni future per migliorare sempre di più la medicina mondiale.