Alcuni, per il mese di maggio 2022, dovranno aspettarsi di più in busta paga. Quindi, la buona notizia per i dipendenti, per questo mese, è che lo stipendio sarà leggermente più alto. Ma vediamo, anzitutto, il perché e da cosa dipenderà, anche perché non tutti godranno di questo beneficio. Anzitutto, la prima ragione è da riconnettersi al tipo di contratto di lavoro e alle festività non godute. Nello specifico, durante il mese di aprile ci sono state 3 festività, il cui trattamento si ripercuote sullo stipendio di maggio.
Ebbene, si tratta di Pasqua, Pasquetta e la Festa della Liberazione. Non tutte, però, sul piano lavorativo, si trattano nello stesso modo. Partiamo da Pasqua che, in generale, si paga come giorno lavorativo, solo se si lavora. Questa è la regola prevista dalla maggior parte dei contratti collettivi nazionali di lavoro, per gli impiegati. Di conseguenza, il giorno non si paga come festività in busta paga.
Il perché del salario più alto a maggio 2022
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Da quanto esposto, la festività di Pasqua viene trattata in busta paga come un giorno di assenza dal lavoro. Per la Pasquetta vale lo stesso, sempre che si tratti di impiegati, come nel primo caso. Per gli operai, invece, vale una regola diversa. Ciò in quanto essi non vengono pagati come gli impiegati, in misura fissa al mese, bensì in base alle ore effettivamente lavorate. Sicché, per questa categoria, Pasqua e Pasquetta valgono come assenze giustificate dal lavoro. Il 25 aprile, invece, poiché quest’anno è caduto di lunedì, non ci sono Bonus in busta paga, se non si è lavorato. Allora, a cosa è dovuta la presenza di più soldi in busta paga, per i lavoratori dipendenti? Ebbene, la reale ragione è da riconnettersi al taglio del cuneo fiscale per i redditi entro i 35.000 euro. Scendiamo, però, nel dettaglio della misura e cerchiamo di capire come opererà, concretamente, l’aumento.
Più soldi in busta paga per i lavoratori dipendenti nel mese di maggio, ma vediamo come e perché non sarà così per tutti
Da tempo, si continua a discutere del taglio del cuneo fiscale. In tal caso, ad avere vantaggi saranno non solo i lavoratori con redditi fino a 35.000 euro, ma anche le imprese. Secondo il Presidente di Confindustria, il taglio del cuneo dovrebbe portare ad un guadagno maggiorato fino a 1.223 euro annui per ogni lavoratore. Si tratterebbe, cioè, in concreto, di 795 euro netti in più in busta paga.
Nello specifico, con 20.000 euro di retribuzione annua lorda, il cuneo contributivo si ridurrebbe complessivamente di 1.048 euro. Di questi, 699 euro sarebbero risparmiati dal lavoratore, mentre i restanti 349 euro dal datore di lavoro. Poi, a 30.000 euro di retribuzione lorda, il cuneo contributivo si ridurrebbe di 1.573 euro. Di questi, 1.048 euro sarebbero risparmiati dal lavoratore dipendente e 524 euro dal datore. In definitiva, il risparmio aumenterebbe in modo proporzionale all’aumentare del reddito da lavoro.
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