Risparmiare, in tempo di crisi, non è semplice. E anche chi si trova nelle condizioni economiche per poterlo fare, tuttavia, non ha le basi conoscitive dell’educazione finanziaria. Secondo una recente ricerca condotta dalla Federazione Autonoma Bancari Italiani (FABI), gli italiani continuano a essere dei risparmiatori, ma non sono avvezzi agli investimenti.
Nel 2023, pur essendo aumentata la ricchezza delle famiglie di circa 80 miliari rispetto all’anno precedente, la paura della mala gestione dei soldi è ancora molto radicata. La maggior parte dei risparmiatori (circa il 30%), infatti, preferisce conservare il denaro in conti correnti o conti depositi. La restante quota è, invece, distribuita nel seguente modo:
- 26% in azioni singole;
- 20% in polizze assicurative;
- 13% in fondi comuni ed ETF;
- solo il 7% in obbligazioni.
Anche l’ultimo rapporto ACRI-IPSOS, intitolato “Gli italiani e il risparmio“, ha evidenziato che nel 2024 due terzi degli italiani hanno preferito non investire, mentre il rimanente un terzo ha messo da parte soltanto una minima percentuale dei propri soldi.
Perché gli italiani hanno paura di investire? Le 3 cause principali
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I motivi per i quali le famiglie italiane decidono di non investire i propri risparmi sono essenzialmente tre:

Perché gli italiani hanno paura di investire? Le 3 cause principali
- la paura verso i mercati finanziari, visti ancora come complessi e troppo rischiosi;
- la scarsa educazione finanziaria. Moltissimi risparmiatori non conoscono nel dettaglio i vari strumenti di investimento, come le azioni, le obbligazioni e i fondi comuni. Dai dati dell’ultimo Rapporto Consob sulle scelte di investimento delle famiglie italiane, è emerso che il 14% di coloro che gestiscono gli investimenti familiari non sa cosa siano le azioni e più di un terzo non conosce cosa significhi “diversificare”;
- l’incertezza economica e il timore per il futuro. Le frequenti oscillazioni dei mercati alimentano la concezione che la liquidità sia la scelta migliore in caso di emergenze e bisogni improvvisi. Molti investitori, inoltre, credono che gli strumenti finanziari abbiano un costo elevato e siano complicati da gestire.
Come superare la diffidenza e iniziare a investire con meno insicurezza?
Come accennato, l’educazione finanziaria è un aspetto imprescindibile per stimolare la curiosità dei risparmiatori e aiutarli a investire in maniera consapevole, valutando oggettivamente i pro e i contro degli strumenti disponibili.
Una soluzione efficace potrebbe essere pubblicizzare non solo i prodotti a basso rischio, ad esempio Fondi obbligazionari, Piani di accumulo del capitale (PAC) e titolo di Stato, che sono percepiti come sicuri e potrebbero rappresentare un primo step per approcciarsi al mondo finanziario.
Infine, potrebbe essere utile sfruttare le piattaforme di investimento digitali, molto più intuitive e semplificate perché ideate proprio con lo scopo di agevolare gli investitori meno esperti. Ovviamente, non si può prescindere dalla consulenza di un professionista, che sappia guidare i risparmiatori verso la strada migliore, ma la tecnologia potrebbe giocare un ruolo rilevante nel superamento della diffidenza nei confronti degli investimenti.
Per chi ha vorrebbe iniziare a mettere da parte i propri soldi in maniera responsabile, ma ha paura di non riuscire a sopperire alle spese quotidiane, segnaliamo un buon metodo di organizzazione. Si tratta della cd. regola 50-30-20, ideata dalla giurista statunitense Elizabeth Ann Warren e descritta nell’opera All Your Worth: The Ultimate Lifetime Money Plan.
Questa regola consiste nella divisione delle entrate nette familiari mensili, secondo le seguenti proporzioni:
- 50% riservato ai bisogni (cd. spese necessarie);
- 30% riservato ai desideri (cd. spese voluttuarie);
- 20% riservato ai risparmi e/o agli investimenti.
Se si riesce a rispettare questo schema, con gli anni si riesce a mettere da parte un discreto gruzzoletto, utile da investire e far fruttare.