I nuclei familiari che richiedono aiuti e sussidi statali devono dapprima fornire una serie di dati personali e patrimoniali. Per individuare il diritto a Bonus e prestazioni economiche occorre anzitutto accertare lo stato di bisogno del richiedente. A tal fine è necessario aggiornare ogni anno le informazioni relative alla propria condizione economica. Nella DSU devono pertanto figurare non solo i dati anagrafici ma anche quelli reddituali e patrimoniali. Si deve quindi dichiarare il valore dell’abitazione o il canone di locazione se non si è proprietari di immobili. Così come si devono riportare il saldo e la giacenza media del conto conto corrente. Oltre al tradizionale conto si devono inserire anche eventuali conti postali, i depositi vincolati o liberi, i libretti nominativi ecc.
Ci si chiede spesso quanti soldi tenere sul conto per assicurarsi il riconoscimento di alcuni specifici sussidi governativi. Ciò perché gli ammortizzatori sociali sono destinati per lo più ai contribuenti economicamente più deboli.
Riceveranno ad esempio 375 euro per 8 mesi i nuclei familiari con redditi fino a 35.000 che sopportano determinate spese. Per godere degli aiuti statali i cittadini devono certificare i redditi e non devono superare specifiche soglie. Pur tuttavia pioveranno multe fino a 5.000 euro sulle famiglie se l’INPS scopre queste difformità su DSU e ISEE.
Chi infatti compila la Dichiarazione sostitutiva unica potrebbe infatti commettere errori nel riportare alcune informazioni. Si tenga conto che il calcolo dell’ISEE avviene anche in base ai dati che il cittadino dichiara sotto la propria responsabilità. In caso di inesattezze il dichiarante ha la possibilità di rettificare le informazioni trasmesse.
Pioveranno multe fino a 5.000 euro sulle famiglie se l’INPS scopre queste difformità su DSU e ISEE
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Potrebbero risultare incongruenze fra il reddito dichiarato nella DSU e quello accertato dai controlli dell’INPS e dell’Agenzia delle Entrate. Ciò accade se non coincidono i dati forniti dal contribuente e quelli che emergono dalle verifiche fiscali. Potrebbe quindi emergere che il cittadino che richiede Bonus e sussidi in realtà possegga somme di denaro ben più alte rispetto a quelle inserite nella DSU.
In tali casi secondo quanto l’INPS stabilisce nella circolare 118/2010, si verifica una percezione indebita di agevolazioni economiche. L’Ente che ha erogato i sussidi procede pertanto a irrogare sanzioni che vanno da 500 a 5.000 euro. Ciò perché il contribuente avrà ingiustamente ricevuto assegni statali proprio per aver dichiarato redditi inferiori a quelli accertati dall’INPS. In presenza di dati rispondenti all’effettiva condizione reddituale non avrebbe infatti potuto godere delle agevolazioni.
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