Ogni mese per ognuno di noi ci sono diverse scadenze da adempiere e per non rischiare conseguenze spiacevoli sarebbe una buona idea segnarle in agenda. Ad esempio vedove ed eredi potrebbero ricevere pesanti sanzioni se non inviano la dichiarazione dei redditi Persone Fisiche entro il 31 maggio all’Agenzia delle Entrate. Così come pagheranno oltre le sanzioni anche gli interessi i proprietari di queste autovetture che non versano il bollo entro la fine di maggio.
Tra le scadenze di maggio, L’Agenzia delle Entrate-Riscossione ricorda le scadenze delle rate per gli anni 2020-2021. Infatti grazie alla Legge di conversione del Decreto Sostegni-ter, molti contribuenti decaduti per il mancato, insufficiente o tardivo pagamento, sono stati riammessi alla Definizione agevolata. L’ultimo giorno per il pagamento della rata del 2020 è fissato al 9 maggio 2022. Il nostro legislatore, infatti consapevole delle difficoltà di molti italiani, ha concesso la riammissione al beneficio.
Tuttavia decorso tale termine potrebbero scattare il pignoramento della pensione e dello stipendio, il blocco del conto oltre alla perdita della definizione agevolata. Mancare a quest’ultima chiamata da parte del Fisco potrebbe pertanto portare a conseguenze davvero spiacevoli, prima fra tutte è sicuramente la perdita del beneficio accordato. Inoltre, anche la Corte di Cassazione recentemente è intervenuta in merito alle conseguenze cui va incontro chi non versa le rate relative alla definizione agevolata.
Pignoramento della pensione e dello stipendio e blocco dei soldi sul conto per chi ha dimenticato questi importanti pagamenti
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La Legge n.25/22 ha previsto la riammissione dei contribuenti decaduti dalla Rottamazione-ter, Rottamazione delle risorse proprie UE nonché dal Saldo e stralcio entro il 9/12/21. Ovvero decaduti dal pagamento delle rate originariamente in scadenza negli anni 2020-21. Pertanto sono state fissate nuovi termini, ovvero
- entro il 30 aprile 2022 per le rate in scadenza del 2020 con 5 giorni lavorativi di tolleranza, quindi fino al 9 maggio;
- entro il 31 luglio 2022 per le rate in scadenza nel 2021 con 5 giorni lavorativi di tolleranza, quindi fino all’8 agosto.
Qualora ci si dimentichi di versare entro tali date l’Agenzia delle Entrate-Riscossione avvierà coattivamente il recupero dell’intero importo dovuto non ancora versato. Conseguentemente chi non ha adempiuto potrà subire il pignoramento dello stipendio, della pensione, dei conti correnti e degli immobili.
In particolare, ricorrendone i presupposti si rischia il blocco delle somme dovute direttamente sul conto corrente. Inoltre la Corte di Cassazione ha previsto che la definizione agevolata non estingue la procedura esecutiva eventualmente iniziata ai danni del contribuente. Pertanto nell’ipotesi di mancato versamento di una rata cominceranno a decorrere i termini per il recupero dei carichi pendenti. Mentre i pagamenti effettuati, saranno trattenuti come acconto sull’importo complessivo dovuto. Pertanto il Fisco potrà continuare la sua attività di recupero e le successive rate dovute non potranno più essere oggetto di rateizzazione.
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