Piano Pensionistico e Piano di Accumulo: differenze e a che cosa servono

Piano Pensionistico e Piano di Accumulo

Chi non conosce bene il variegato mondo degli investimenti può sentirsi confuso di fronte alle tante sigle che costellano il panorama dei prodotti di investimento. Tra questi, se ne trovano in particolare due che potrebbero creare non poca confusione: PIP e PAC.

In entrambi i casi, la P iniziale sta per “Piano”, ma questa è una delle poche somiglianze. Infatti, mentre il primo, acronimo di Piano Individuale Pensionistico, è una soluzione flessibile e fiscalmente vantaggiosa/ per chi desidera costruirsi una piccola pensione integrativa, il secondo è uno strumento che aiuta i piccoli investitori ad aumentare, poco alla volta, la somma da loro destinata agli investimenti.

Di seguito andremo a scoprire somiglianze e differenze di PIP e PAC, e cercheremo di capire a che cosa servono.

Piano Individuale Pensionistico e Piani di Accumulo Capitale: quali sono le somiglianze

Come anticipato nell’introduzione, PIP e PAC non hanno molte cose in comune. Si tratta in entrambi i casi di piani di investimento che prevedono il versamento periodico – ad esempio mensile o annuale – di somme di denaro di importo variabile a seconda delle possibilità e degli obiettivi dell’investitore, nonché delle caratteristiche del piano stesso. L’ammontare dei versamenti non deve necessariamente rimanere immutato, ma può essere modificato nel corso del tempo.

In entrambi i casi, il capitale viene utilizzato dal gestore del piano per acquistare diverse tipologie di titoli, come azioni o obbligazioni, secondo il prospetto iniziale e il profilo di rischio scelto.

Quali sono le differenze

Le differenze tra PIP e PAC sono svariate e cominciano dalla differente natura dei due strumenti. In particolare:

  • il piano pensionistico individuale è una forma di pensione integrativa sotto forma di assicurazione sulla vita che, come i fondi pensionistici aperti, può essere sottoscritta da chiunque, lavoratori e disoccupati. Regolamentato e tutelato dal Decreto Legge 252/05, offre diversi vantaggi fiscali e consente di ottenere, al raggiungimento dell’età pensionabile, un’entrata aggiuntiva rispetto a quella garantita dalla previdenza pensionistica obbligatoria. I lavoratori dipendenti possono far confluire sul piano anche il TFR;
  • il piano di accumulo capitale è uno strumento pensato per aiutare i piccoli investitori ad aumentare poco alla volta il capitale destinato agli investimenti. Non essendo configurato come una pensione integrativa, non prevede le agevolazioni fiscali del PIP e non consente il versamento del TFR. Inoltre, non è un investimento di tipo assicurativo. L’investitore può modificare liberamente frequenza e ammontare dei versamenti, e può ritirare il capitale quando desidera.

A che cosa servono

Nonostante le somiglianze, PIP e PAC presentano finalità diverse. Mentre il primo è pensato propriamente per offrire a ogni soggetto la possibilità di ridurre il divario tra stipendio e pensione attraverso versamenti privati e non obbligatori, il secondo è finalizzato ad aiutare i piccoli investitori a raggiungere i propri obiettivi finanziari attraverso piccoli o grandi investimenti successivi.

Prima di sottoscrivere uno di questi prodotti finanziari, è fondamentale valutare, anche con l’aiuto di un consulente finanziario iscritto all’albo, i rischi e individuare quello che meglio si adatta ai propri obiettivi a breve, medio e lungo termine.

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