Pesticidi nell’acqua del rubinetto: i risultati di una ricerca. Te lo aspettavi?

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L’acqua del rubinetto è potabile e sicura, come affermano le diverse agenzie per il controllo delle acque sia italiana, ma anche dei Paesi membri europei. Eppure guardiamo i risultati sulle acque francesi.

L’Italia è il Paese in cui si beve più acqua in bottiglia. È un’abitudine ben radicata che forse dipende non tanto da un senso di sfiducia verso gli acquedotti, quanto piuttosto per una scelta di gusto. Mentre l’acqua che esce dal rubinetto è sempre la stessa, quella in bottiglia offre una varietà considerevole.

La differenza tra acqua effervescente naturale ed acqua frizzante

Fra queste vi sono le acque frizzanti ed effervescenti naturali. C’è una differenza fra le due da non sottovalutare. Le acque frizzanti sono addizionate di anidride carbonica e la loro effervescenza è artificiale. Invece le acque effervescenti lo sono perché così escono dalla sorgente. La loro effervescenza dipende sia dalla presenza di anidride carbonica, ma anche perché sono ricche di sali minerali.
Può capitare così di pensare che l’acqua frizzante faccia ingrassare o faccia digerire meglio. Cosa non vera perché l’anidride carbonica non ha questo potere. Potrebbe avere un’influenza sulla digestione invece un’acqua effervescente naturale, a causa degli elementi che sono disciolti in essa. Ma le acque che si bevono sono sicure?

Pesticidi nell’acqua del rubinetto secondo un’inchiesta in Francia

L’inchiesta di cui parliamo è francese, un Paese molto attento alle questioni ecologiche, pubblicata proprio il 6 aprile di questo anno. È stata promossa non da un’agenzia privata ma dalla stessa ANSES, ovvero l’Agenzia Nazionale per l’Alimentazione, l’Ambiente, la Salute e la Sicurezza sul lavoro.
La ricerca è durata 3 anni ed ha misurato i composti chimici presenti nelle acque di rubinetto. Una particolare attenzione hanno ricevuto quei composti chimici, che normalmente non vengono presi in considerazione durante i controlli periodici. Si tratta di molecole poco note, ma ciò che è emerso non rassicura.
Le sostanze in questione riguardano 150 pesticidi e derivati e 50 residui provenienti da esplosivi. Ma soprattutto è stato trovato in modo diffuso una sostanza che è la degradazione di un particolare pesticida. Si tratta infatti del clorotalonil, ovvero un pesticida usato a partire dagli anni ’70 e che l’Unione Europea ha messo al bando nel 2019. Questa molecola in forma degradata è stata trovata in concentrazione superiore del 35% a quella permessa, sia nell’acqua di rubinetto che nelle acque in bottiglia.
Un prodotto che è considerato potenzialmente problematico dall’ANSES, in quanto il pesticida da cui deriva è classificato potenzialmente cancerogeno. Infatti su esperimenti fatti in laboratorio con animali, ha provocato tumore ai reni.
La regione parigina è particolarmente toccata dal problema dei pesticidi nell’acqua del rubinetto, come le aree urbane densamente popolate. Inoltre bonificare le acque da queste sostanze costerebbe diversi miliardi di euro.

L’uso di pesticidi in Italia

Un problema che forse potrebbe riguardare anche l’Italia. Recentemente Legambiente insieme a Cambia la Terra, Lipu, WWF, Medici per l’ambiente e Slow Food hanno analizzato un campione di terreni di aziende agricole. La sostanza più presente ritrovata è il glifosato, il pesticida che fa tanto discutere. In genere la ricerca ha trovato ben 20 sostanze fra pesticidi e fungicidi. Tra queste perfino il DDT in uno di questi campi, ed in buona percentuale nonché presente lì da circa 44 anni. Un altro pesticida, vietato dal 2001, è stato trovato in un campo di pomodori. Come è noto i pesticidi possono passare dal terreno alle nappe freatiche. Meno interessate sono le acque e le sorgenti di montagna d’alta quota, dove il rischio di contaminazione è basso.

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