La pausa del ribasso cui abbiamo assistito sul titolo NEXI nelle ultime due settimane sembrava preludere a una ripresa rialzista. Purtroppo non è stato così. Al termine della settimana appena conclusasi il titolo è stato il peggiore tra quelli con capitalizzazione superiore ai 500 milioni di euro. Guardando a quanto accaduto dal gennaio 2022, possiamo dire che è stato un pessimo anno per il peggiore titolo della settimana sul Ftse Mib.
Dopo il tracollo cui avevamo assistito a metà novembre e legato alla fuoriuscita di Intesa Sanpaolo dal capitale di NEXI, sembrava che l’emorragia dei venditori si fosse placata. Dopo un ribasso settimanale del 13,19%, infatti, avevamo assistito a due settimane di relativa tranquillità che avevano chiuso con ribassi inferiori all’1%. Sembrava quasi la pausa necessaria ai rialzisti per riorganizzarsi e ripartire al rialzo.
Niente di tutto questo. L’ultima settimana di contrattazioni, infatti, ha visto un ribasso di circa il 9%, preparando il terreno per una nuova lunga fase ribassista.
Cosa potrebbe avere scatenato questo ribasso?
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Sebbene non ci siano alcune legame diretto e dimostrato, le vendite sul titolo potrebbero essere scattate a seguito della truffa che ha visto NEXI al centro dell’attenzione. Gli hacker, infatti, creato un sito identico a quello di NEXI e hanno convinto le vittime a rilasciare i propri dati.
Qualora dovesse essere questa la causa del nuovo crollo, allora il problema per gli investitori sarebbe meno grave. Si tratterebbe, infatti, di un causa passeggera immediatamente superabile.
Pessimo anno per il peggiore titolo della settimana sul Ftse Mib: le indicazioni dell’analisi grafica
Le azioni NEXI (MIL:NEX) hanno chiuso la seduta del 9 dicembre a quota 7,742 euro, in ribasso dell’1%% rispetto alla chiusura della seduta precedente.
Da inizio anno il titolo ha perso oltre il 40% risultando tra i peggiori blue chip di Piazza Affari insieme a Telecom, Saipem, Illimity Bank e altri. Va detto che questo ribasso si è concretizzato entro i primi sei mesi dell’anno. Da quel momento in poi, infatti, c’è stata una lunga fase laterale che potrebbe essere stata interrotta dal ribasso registrato alla chiusura del 9 dicembre.
Allo stato attuale, vista la lunga fase laterale, le medie non sono di molto aiuto. Viceversa, i massimi e minimi importanti degli ultimi sei mesi potrebbe indicare la direzione da seguire. In particolare, il massimo a 10,045 euro e il minimo a 7,146 euro. Oltre questi livelli il titolo potrebbe partire per un’importante fase direzionale.
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