Il Family Act appena approvato dal Governo modifica il regime dei permessi lavorativi e congedi parentali per i genitori. La riforma ha recepito quanto previsto dalla Direttiva UE 2019/1158 del 20 giugno 2019 sull’equilibrio tra attività professionale e vita familiare. La Direttiva, segnatamente, ha lo scopo di riformare gli istituti volti a conciliare i tempi di vita con quelli del lavoro delle famiglie.
Il provvedimento contiene la delega al Governo all’adozione di uno o più decreti legislativi per riformare la materia. Più specificamente, essi attenderanno al riordino e all’armonizzazione della disciplina dei permessi lavorativi, congedi parentali e di paternità. La riforma prevede un congedo di paternità obbligatorio per un periodo di almeno 10 giorni da fruire nei primi mesi di nascita di un figlio.
Permessi lavorativi e congedi parentali
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Le misure introdotte dal Family Act, rappresentate schematicamente sono le seguenti. Abbiamo:
1) un permesso retribuito, di almeno 5 ore nell’arco di un anno scolastico per i colloqui con i professori dei figli,
2) l’introduzione di modalità flessibili nella gestione di congedi, caratterizzate da un equilibrio tra le esigenze del datore di lavoro e quelle del lavoratore,
3) una durata minima di 2 mesi di congedo non cedibile all’altro genitore,
Il congedo di paternità, può essere goduto previo congruo preavviso al datore di lavoro, in base a quanto stabilito dalla contrattazione collettiva del settore. Si dovranno prevedere misure specifiche per un’estensione della disciplina sui congedi parentali anche ai lavoratori autonomi. Il programma prevede anche misure volte a favorire il contemperamento tra l’occupazione femminile e le esigenze della vita privata delle madri. Dovrà, inoltre, essere prevista la detraibilità di una percentuale delle spese sostenute per gli addetti ai servizi domestici o assistenza di familiari con deficit di autonomia. Deve trattarsi di persone assunte con contratto di lavoro subordinato. Sono, inoltre, previste misure premiali per datori di lavoro che realizzino politiche di armonizzazione tra vita privata e lavoro.
Ad esempio, favorendo lo smart working, il telelavoro e la tutela del lavoro femminile. Naturalmente, il lavoro flessibile dovrà essere consentito, preferenzialmente, ai genitori di figli con età inferiore a 14 anni, secondo le modalità previste dai contratti collettivi nazionali.