La normativa italiana, con diverse leggi, prevede dei diritti e delle agevolazioni per chi ha una disabilità. Se il disabile, poi, è anche titolare di Legge 104 i benefici possono essere fruiti anche da coloro che assistono il disabile. I cosiddetti caregivers. I benefici più diffusi sono quelli previsti dalla stessa Legge 104 per quel che riguarda il lavoro. 3 giorni di permesso mensile, scelta della sede di lavoro, divieto al trasferimento in altra sede, per esempio. Ma anche la Legge 151 del 2001 prevede una agevolazione molto importante: il congedo straordinario retribuito. Ma quando si richiedono permessi e congedi di Legge 104 dall’INPS si può essere soggetti a controlli.
I furbetti della Legge 104
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Purtroppo, a causa di pochi che approfittano indebitamente di un beneficio, a pagare sono sempre tutti. Troppo spesso la cronaca racconta di dipendenti che hanno abusato, ad esempio, dei giorni di permesso o del congedo straordinario. Giornate richieste non per assistere il disabile ma per concedersi un giorno di riposo (pagato) dal lavoro, ad esempio. O per i propri bisogni o desideri personali.
A causa di chi richiede queste agevolazioni per fini personali, i datori di lavoro, sempre più spesso, si trovano costretti a ricorrere ai cosiddetti controlli. Ovvero indagini per dimostrare che il dipendente è disonesto e sta approfittando della fiducia che gli è stata concessa.
I controlli sulla Legge 104
L’abuso dei permessi o dei congedi legati alla Legge 104 può comportare per il dipendente gravi sanzioni. Che in alcuni casi possono arrivare anche al licenziamento. Partiamo dal presupposto che al contrario di quello che accade per il dipendente in malattia, l’INPS non dispone controlli per chi fruisce dei benefici della Legge 104. Spetta, quindi, al datore di lavoro smascherare i dipendenti poco onesti. Ma può farlo entro certi limiti.
Lo Statuto dei lavoratori, infatti, vieta determinati tipi di controllo ma solo se riguardano l’effettivo svolgimento dell’attività lavorativa. Mentre sono consentiti controlli al di fuori dell’azienda se sono finalizzati a scoprire comportamenti che comportino un danno al datore di lavoro. Come, appunto, l’abuso dei permessi e congedi legati alla Legge 104.
Permessi e congedi Legge 104 dall’INPS, ecco chi può effettuare controlli
I controlli non legati all’adempimento della propria mansione, quindi, non sono vietati dallo Statuto dei lavoratori. E di fatto non vanno a ledere la privacy del lavoratore. In tal senso si è espressa anche la Corte di Cassazione con l’ordinanza 4670 del 2019. Il datore di lavoro, tra l’altro, può ricorrere anche ai servizi di detective o agenzie investigative per appurare il rispetto della normativa.
Tra le altre cose i dati raccolti durante le investigazioni sono utilizzabili anche in tribunale laddove si configurino casi di infedeltà aziendale. E l’abuso dei permessi Legge 104 o del congedo straordinario retribuito si configurano, appunto, come infedeltà nei confronti dell’azienda.
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