Pericolo reale o rischio percepito per una pandemia in Italia?

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In questi giorni il panico imperversa in molti centri italiani. L’allarmismo è vibrante e sembra propagarsi come un’onda senza possibilità di arresti improvvisi. Ovunque si parla di pandemia in Italia, dell’arrivo di una situazione incontrollabile ed i tanti corrono ai ripari travolti da questa forte sensazione di urgenza. I mercati sembrano impazziti come tori infuriati.

Le quotazioni sembrano riflettere lo stato di paura che sta paralizzando la popolazione. Ansia, terrore, incapacità di discernimento. Sarà davvero il caso di struggersi l’animo facendo circolare nella propria mente immagini apocalittiche? In Italia, pericolo reale o rischio percepito? Questo è il dubbio amletico che si vorrebbe sciogliere nel tentativo di allontanare i fantasmi dalla mente.

Cosa accade nella mente di chi ha paura

In questi casi, tutto quello che possiamo fare è continuare a ragionare con lucidità. La storia ci insegna che le epidemie sono sempre ricorse nel succedersi dei secoli e che in nessun caso la specie umana si è estinta. Neanche in tempi in cui le scoperte mediche e scientifiche non potevano certo vantare le avanguardie odierne. Perché, malgrado queste certezze, continuiamo ad aver paura? La paura è un’emozione primaria, ancestrale. Senza la paura l’evoluzione della specie si sarebbe senza dubbio arrestata ad un dato momento. La paura costituisce una normale reazione al pericolo reale o percepito. A livello cerebrale la paura attiva almeno tre meccanismi.

I tre meccanismi

Il primo è il circuito primitivo: genera una reazione emotiva a tutto ciò che entra nel nostro campo d’azione. Questo circuito ci predispone al pericolo ancora prima che abbiamo la facoltà di capire se la minaccia si areale o meno. Esso agisce in maniera inconscia, irrazionale.

Il secondo circuito è quello razionale: in questa fase le informazioni vengono filtrate dalle parti più evolute della corteccia che ricollega le informazioni percepite all’esperienza e alla memoria. In base a queste informazioni è possibile sottoporre al vaglio critico la situazione iniziale soppesando possibilità varie.

Il terzo è il circuito conscio: si tratta del decisore supremo, razionale ed autoconsapevole. Grazie a questo circuito la reazione iniziale può essere filtrata ed elaborata in base ai dati ricavati dall’esperienza.

Situazione tipica

Sulla scorta di quanto illustrato, immaginiamo una situazione tipica. Immaginiamo di essere seduti sul prato con degli amici e d’un tratto una ragazza balza su con scatto felino urlando e dimenandosi. Alla vista di questa donna terrorizzata anche il nostro organismo inizia a predisporsi alla paura.

Probabilmente, anche noi, spaventati da non si sa cosa, saltiamo su ed iniziamo ad urlare correndo come forsennati. Cosa è accaduto? C’era un piccolo ragnetto e la nostra amica ha una paura terribile dei ragni. Ma noi no. Però ci siamo ugualmente agitati e terrorizzati alla sola vista della reazione della nostra compagna di pic-nic.

Come evitare la paura sui mercati finanziari

Pandemia in Italia: pericolo reale o rischio percepito? A fronte di quanto si sta verificando in questi giorni, a che punto del suddetto pic-nic siamo? Probabilmente, è il caso di lasciare che i circuiti di ordine superiore del nostro cervello facciano il proprio lavoro e filtrino le informazioni. Perché stiamo agendo come una massa informe non lasciando spazio al raziocinio? Nel mondo dei mercati finanziari sta accadendo lo stesso. Tutti si muovono verso una direzione nel tentativo di trovare sicurezza.

Non è un caso che i beni rifugio stiano assistendo ad una ipervalutazione. Si ha bisogno di sentirsi confortati, rassicurati dal rischio di perdita. La massa si muove come un banco di pesci disegnando geometrie uniformi. Ma cosa accadrebbe se la tendenza non si rivelasse la scelta efficace? In questi momenti di grande paura, il primo virus da combattere è proprio la percezione del rischio stessa. Non lasciare che la propria mente soffochi nel fumo del timore diffuso. In questo modo probabilmente si troverà risposta alla domanda: pericolo reale o rischio percepito?