Grazie alla conta piastrinica abbiamo a disposizione un marker importante per individuare patologie tumorali con largo anticipo. Alcuni studi hanno stabilito che una percentuale importante di persone che presenta un numero elevato di piastrine, e soffrono quindi di trombocitosi, potrebbero ammalarsi di cancro entro un anno.
Le neoplasie più diffuse sono quelle al colon retto e ai polmoni e per chi ha superato i 40 anni questo marker è importantissimo perché permetterebbe una diagnosi anticipata. Si parla di almeno 3 mesi, ma possono essere anche di più e naturalmente questo porterebbe maggiori possibilità di salvarsi.
Le piastrine sono prodotte dal midollo osseo e la loro funzione è quella di bloccare le emorragie dovute a lesioni o ai processi di coagulazione del sangue. In un millimetro cubo di sangue possono essere presenti fino a 450 mila piastrine, se questo numero viene superato allora si parla di trombocitosi.
L’importanza della diagnosi
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Non sempre la trombocitosi comporta la presenza di una neoplasia. L’aumento di piastrine può essere reversibile quando il rilascio è fisiologico. Può avvenire tramite l’azione di milza o polmoni durante uno sforzo intenso o un evento adrenalinico. Si tratta di rilasci acuti, transitori o cronici a seconda della durata.
Quelli cronici segnalano anemie e assenze di ferro, infiammazioni ma anche presenza di masse tumorali. In questi casi, perdita di sangue dal naso, stanchezza, debolezza, potrebbero avvisarci che l’organismo sta affrontando una situazione delicata. Sono motivi di preoccupazione che devono spingerci ad andare dal medico, fare visite approfondite e indagare. La diagnosi precoce rimane la via migliore per poter sperare in una guarigione.
Un aumento di piastrine che si incrementa con il passare del tempo rende ancora maggiori le percentuali di malattie gravi. La trombocitosi negli uomini sarebbe un campanello d’allarme paragonabile al nodulo al seno che colpisce le donne.
Perdita di sangue dal naso, stanchezza, debolezza e difficoltà respiratorie potrebbero farci correre un rischio oncologico che questi esami rivelerebbero
La diagnosi della trombocitosi non è semplice. L’asintomaticità pesa e crea ritardi nelle diagnosi che possono rivelarsi fatali. La scoperta dell’anomalia spesso è casuale, gli esami del sangue vengono fatti per altri motivi. L’esame che spesso mette in allarme è l’emocromo, che evidenzia la produzione eccessiva di piastrine. Dovendo escludere episodi transitori, questi esami vanno ripetuti nel tempo. Solo in questo modo si può avere la conferma di un problema cronico.
Il tempo può essere un alleato o un nemico delle persone che sviluppano determinate patologie. Con la ricerca si dovrebbe arrivare a diagnosi certe e precoci nella maggioranza dei casi. La trombocitosi potrebbe essere un avvertimento fondamentale per prevenire queste patologie e stabilire le cure con largo anticipo.
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