Acquistare un immobile non è purtroppo una possibilità per tutti, attese le grandi difficoltà di accedere ad un lavoro stabile e sicuro. Non tutti hanno la fortuna di ricevere una casa in donazione o dei soldi per acquistarla. Ma il nostro legislatore per incentivare l’acquisto di immobili da destinare ad abitazione principale ha previsto diverse agevolazioni. Ad esempio con i benefici prima casa sono ridotte sia l’imposta di registro, qualora si acquisti da privato, sia l’IVA, se si acquista da un’impresa. In particolare se è un privato che vende le imposte da versare sono l’imposta di registro proporzionale nella misura del 2%, l’imposta ipotecaria e catastale.
Queste ultime sono nella misura fissa del 50%. Mentre se si acquista da un’impresa si avrà l’IVA ridotta al 4%, nonché l’imposta di registro, l’ipotecaria e catastale, nella misura fissa di 200 euro. Ma tra le agevolazioni che più interessano i proprietari o coloro che si accingono a diventare tali è l’esenzione dall’IMU. Ovvero l’Imposta Municipale Propria, un tributo istituito nel 2011 che si paga a livello comunale sul possesso dei beni immobiliari. Per quanto riguarda l’abitazione principale questa imposta non è dovuta. Ma bisogna stare attenti a delle eccezioni e a delle situazioni che potrebbero farci perdere quest’importante agevolazione.
Perderanno la prima casa e pagheranno l’IMU sempre i contribuenti distratti che hanno dimenticato questa comunicazione
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In particolare non tutte gli immobili adibiti ad abitazione principale non pagano l’IMU. Infatti sono assoggettate all’imposta, anche se prima casa, le abitazioni classificate nelle seguenti categorie catastali:
- A/1, abitazioni di tipo signorile;
- A/8, abitazioni in ville;
- A/9, castelli e palazzi di eminenti pregi artistici e storici.
Si tratta delle cosiddette abitazioni di lusso, per le quali oltre a non essere prevista l’esenzione IMU non sono neanche previste le agevolazioni riguardanti l’acquisto.
Tuttavia attesi gli ultimi incentivi in materia edilizia, potrebbe accadere che la nostra abitazione possa subire un cambiamento, a seguito della valorizzazione effettuata. Ciò potrebbe verificarsi soprattutto in vista della prossima riforma del catasto. Quest’ultima infatti si propone di aggiornare il catasto e combattere l’abusivismo edilizio. Chi non ha provveduto a regolarizzare la propria posizione nell’ultimo censimento rischia davvero tanto.
La riforma del catasto potrebbe comportare una riclassificazione degli immobili e tra questi potrebbero esserci tante prime case. Queste, a seguito della valorizzazione effettuata, magari anche mediante incentivi statali, potrebbero rientrare tra le abitazioni di lusso, rischiando così di perdere le agevolazioni fino ad allora godute. In tal modo perderanno la prima casa e pagheranno l’IMU sempre i contribuenti che dimenticano di regolarizzare il proprio immobile.
Inoltre i Comuni potrebbero richiedere all’Agenzia delle Entrate la revisione del classamento delle unità immobiliari urbane di proprietà privata ubicate nelle microzone comunali. Ovvero per quelle unità il cui rapporto tra valore medio di mercato e quello catastale si discosta significativamente dall’analogo rapporto relativo all’insieme delle microzone comunali. Ciò comporta la variazione delle rendite catastali.
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