Se non fosse che sono passati oltre 11 anni, sembrerebbe di essere ripiombati indietro nel tempo. Infatti come successe ai tempi del governo Monti, quello della famigerata riforma Fornero, anche oggi si parla di pensioni che si allontanano dagli italiani. Al momento qualsiasi ipotesi di riforma delle pensioni a partire dal primo gennaio 2023 sembrano quanto meno azzardate. Il problema è che i margini di manovra che il Governo ha per operare una riforma profonda come vorrebbero molti, sono risicati. E ad oggi le uniche certezze, salvo ripensamenti e nuove proroghe, sono relative alle scadenze di alcune misure che oggi permettono il pensionamento anticipato. Tutte misure che scadranno il prossimo 31 dicembre.
Perderanno 3 anni di pensione i nati a partire dal 1959 già da gennaio 2023 ma nessuno lo dice
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Balza agli occhi una forma di dimenticanza che molti hanno nei confronti di una misura che sparirà il 31 dicembre prossimo e che rischia di aprire ad uno scalone previdenziale di non poco conto. Tutti si ricordano che di questi tempi lo scorso anno si parlava di evitare lo scalone di cinque anni che avrebbe lasciato Quota 100 in eredità dopo la sua scadenza. In pratica con la morte di Quota 100 il 31 dicembre 2021, gli esclusi rischiavano di dover attendere cinque anni per la loro pensione rispetto agli ultimi che erano rientrati nella pensione per quotisti. Uno scalone che a conti fatti si è materializzato per molti, nonostante l’introduzione della famosa Quota 102.
La Quota 100 permetteva di uscire con 62 anni di età e 38 anni di contributi a tutti coloro che completavano il doppio requisito entro la fine del 2021. Gli ultimi a poter centrare questa misura con la combinazione perfetta 62 + 38 furono i nati nel 1959. Per i nati nel 1960 nulla di tutto ciò è stato possibile dal momento che la misura è scomparsa dai radar dal primo gennaio 2022. E lo stesso è accaduto a chi non ha completato in tempo i 38 anni di contributi necessari. Tra un nato a dicembre 1959 ed uno nato a gennaio 1960, 5 anni di differenza.
Lo stesso accadrà con la Quota 102
Una cosa simile accadrà per i nati nel 1959 o dopo. Ed anche per quanti pur se nati nel 1958, non entrano in Quota 102. Senza questa misura, che scade il 31 dicembre prossimo, si dovrà attendere 3 anni. Un lavoratore nato a dicembre 1958, al completamento di 38 anni di contributi, potrà uscire con Quota 102. Chi invece è nato da gennaio 1959, potrebbe dover attendere di arrivare a 67 anni. E paradosso vuole che perderanno 3 anni di pensione anche alcuni nati nel 1959 che precedentemente non erano riusciti a centrare quota 100. Subendo di fatto una doppia penalizzazione, nonostante due misure di pensionamento anticipato perfettamente valide.
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