Quando un lavoratore dipendete resta a casa per problemi di salute può vantare dei diritti che tutelano il proprio incarico e la paga giornaliera. Generalmente, questi contribuenti ricevono la cosiddetta indennità di malattia INPS durante il periodo di permanenza a casa. Si tratta di un trattamento economico che la normativa garantisce all’assicurato in forma ridotta in base al settore di impiego. A tali diritti corrispondono tuttavia dei vincoli che il lavoratore subordinato è chiamato a rispettare durante il periodo di assenza dal lavoro. Nell’eventualità contraria, perderanno 10 giorni di stipendio i lavoratori dipendenti che hanno chiesto la malattia INPS ma infrangono queste regole. Vediamo di seguito di cosa si tratta.
Come funzionano gli orari di reperibilità nel 2022
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Quest’anno, complice la situazione pandemica, sono numerosi i casi di malattia e assenza che si registrano nelle diverse realtà lavorative. Relativamente ai lavoratori subordinati, è utile ricordare che la Legge prevede delle fasce orarie di reperibilità per consentire l’espletamento dei controlli medico-fiscali. In un precedente articolo abbiamo illustrato in quali orari dipendenti statali e privati riceveranno le visite fiscali per malattia nel 2022.
Sulla base di tale assunto è opportuno sapere che la mancata reperibilità ad un simile controllo talvolta può costare caro e prevedere delle sanzioni. In determinate circostanze, l’assenza al controllo del medico fiscale si può motivare presentando opportuna lettera di giustificazione all’INPS. Tuttavia, non sempre le ragioni alla base della mancata presenza del lavoratore sono ascrivibili ad urgenze. Allora è possibile che scattino diverse sanzioni di gravità variabile in base all’infrazione commessa.
Perderanno 10 giorni di stipendio i lavoratori dipendenti che hanno chiesto la malattia INPS ma infrangono queste regole
Secondo quanto prevede l’articolo 5 della Legge n. 300/1970, le visite fiscali sullo stato d’infermità del lavoratore le compiono i medici dei servizi sanitari. Tale richiesta di controllo può prendere avvio sia dal datore di lavoro che dall’INPS stesso. In tali circostanze il medico competente si presenta al domicilio del lavoratore in malattia per verificarne lo stato di salute. Laddove si registri l’assenza nelle fasce di reperibilità, il dipendente può subire delle sanzioni economiche piuttosto gravose. L’assenza alla prima visita fiscale, infatti, comporta la perdita dell’indennità di malattia per i primi 10 giorni.
L’assenza alla seconda visita, domiciliare o ambulatoriale, in aggiunta alla sanzione precedente prevede una riduzione del 50% del trattamento per il residuo periodo di malattia. Laddove si certifichi un’assenza anche alla terza visita, allora ne consegue l’interruzione dell’indennità per il periodo di prognosi rimanente. Queste le principali conseguenze per chi non si attiene all’obbligo di reperibilità.
In talune circostanze, potrebbe anche scattare un provvedimento disciplinare o una sanzione che nei casi più estremi potrebbe concludersi con il licenziamento per giusta causa. Questo secondo quanto chiarisce l’articolo 2119 del codice civile. Ecco perché è importante prestare attenzione a questi aspetti durante il periodo di malattia e di permanenza presso il domicilio.
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