In attesa di buone notizie dal Governo e di una riforma delle pensioni che da ipotetica sta diventando sempre più difficilmente fattibile, una cosa certa è la scadenza di alcune misure pensionistiche. Il 31 dicembre 2023 scadono la nuova Quota 103 e Opzione donna. La prima è una misura che di fatto funzionerà solo per 12 mesi, ovvero dal 1° gennaio scorso al 31 dicembre prossimo. Opzione donna subirà la stessa sorte. Ed anche l’Anticipo pensionistico sociale (APE sociale), si accinge alla scadenza.
Proprio quest’ultima misura è quella che più di altre necessita di attenzione. Perché ai requisiti classici, che restano l’età ed i contributi, ne aggiunge altri. E sono requisiti che devono essere raggiunti entro una determinata data, per non perdere il diritto alla pensione anticipata con questa specifica misura. Ed il tempo, per raggiungere questi requisiti, inizia a stringere.
Perderà per sempre la pensione anticipata il lavoratore che non rispetta queste scadenze
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L’APE sociale per chi svolge un lavoro gravoso tra i tanti previsti dalla normativa vigente, si centra a partire dai 63 anni di età con completati almeno 36 anni di contributi. Ma il lavoro gravoso deve essere duraturo. L’interessato deve aver svolto una delle mansioni gravose che consentono l’accesso alla pensione con l’APE sociale, per 7 degli ultimi 10 anni di lavoro o per 6 degli ultimi 7 anni.
Solo edili e ceramisti possono sfruttare una agevolazione che consente loro di andare in pensione con 32 anni di contributi. Età, contributi e completamento del periodo di lavoro gravoso svolto, devono essere completati entro il 31 dicembre 2023. Infatti anche se si parla già di ipotetica proroga dell’APE sociale nel 2024, ad oggi la certezza è la scadenza del 31 dicembre 2023. Senza proroga e senza completare i requisiti prima citati in tempo utile, perderà per sempre la pensione con l’APE sociale il malcapitato.
Meglio fare bene i calcoli per non perderla con l’APE sociale
Più che continuare a lavorare fino al soddisfacimento della soglia utile un lavoratore alle prese con le mansioni gravose non può fare. Diverso il caso delle altre categorie a cui l’APE sociale si applica. Per andare in pensione con l’APE sociale i disoccupati, i caregivers o gli invalidi devono soddisfare sempre l’età minima prevista dei 63 anni. E poi, devono completare una carriera contributiva di almeno 30 anni.
Ma per esempio, il caregivers deve rispettare anche un altro importante requisito. Il caregiver altro non è che il soggetto che assiste un parente stretto, convivente e disabile. Ma questa assistenza deve essere antecedente di almeno 6 mesi la data di pensionamento con l’APE sociale.
In pratica, anche con 63 anni di età compiuti e con 30 anni di contributi completati, se lo status di caregiver non è partito da almeno 6 mesi, la domanda di pensionamento non può essere accolta. Il parente disabile deve avere un grado di invalidità certificata pari o superiore al 74%. Ma come prima detto, serve la convivenza.
Di conseguenza prima possibile bisogna rispettare questo requisito. La scadenza ultima per rientrare nei 6 mesi è giugno. Infatti diventare caregivers a luglio rischia di far slittare i 6 mesi a gennaio. Significa che prima di gennaio l’interessato non potrebbe andare in pensione. Ma se a gennaio l’APE sociale non viene riconfermata, la pensione anticipata con la misura verrebbe persa per sempre.