Perderà mesi di NASPI il disoccupato che non fa bene i calcoli

domanda INPS

La NASPI è l’indennità per disoccupati INPS che viene erogata a chi perde involontariamente il proprio lavoro. Regole e paletti che i lavoratori devono rispettare per poter percepire la NASPI però sono piuttosto stringenti. Molti tra i potenziali utenti dell’indennità per disoccupati INPS, non facendo le cose per tempo, rischiano di perdere molti soldi e spesso questo rischio è poco considerato da molti. Perdere mesi di indennità non è per niente difficile.

I requisiti per la NASPI devono essere rispettati come le condizioni utili alla disoccupazione

La NASPI come regola generale, che l’emergenza Covid ha temporaneamente e parzialmente modificato, può essere percepibile da chi perde il lavoro involontariamente. La sua fruizione però è condizionata al rispetto dei seguenti requisiti:

  • 30 giornate lavorative nei 12 mesi che precedono la perdita del lavoro;
  • 13 settimane lavorative nei 4 anni che precedono la perdita del lavoro.

Durata e calcolo della NASPI 2022

La NASPI è erogata per una durata pari alla metà delle settimane lavorate nei 4 anni che precedono la perdita del lavoro. L’indennità è pagata in misura pari al 75% della retribuzione mensile media che il lavoratore ha percepito, sempre nei 4 anni che precedono la perdita del lavoro. Se l’importo della retribuzione media supera il massimale di 1250,87 euro, a questa cifra bisogna aggiungere il 25% della differenza con la retribuzione media. Resta comunque il fatto che la NASPI non può superare l’importo soglia di 1360,77 euro al mese.

Come presentare domanda di Naspi e quando

La decorrenza della Naspi parte dall’ottavo giorno successivo a quello in cui il lavoratore ha perso il lavoro. Ma solo se il diretto interessato presenta la domanda in questi primi 8 giorni. Altrimenti la decorrenza slitta al primo giorno successivo a quello di presentazione della domanda. Il disoccupato perde il diritto alla NASPI decorsi 68 giorni dalla data di perdita del posto di lavoro. Infatti decade il diritto all’indennità di disoccupazione se il diretto interessato non presenta la domanda entro il perentorio termine di 68 giorni. Per poter sfruttare i giorni di NASPI maturati in questo caso, il disoccupato dovrà trovare un nuovo posto di lavoro. E quando sarà di nuovo licenziato, potrà sfruttare anche il periodo di disoccupazione precedente.

Perderà mesi di NASPI il disoccupato che non fa bene i calcoli

Anche se commette l’errore di non presentare la domanda nei termini, il lavoratore non perderà soldi, che slitteranno soltanto ad un evento di disoccupazione successiva. Questo però se tale evento rientra nei quattro anni di osservazione prima citati per il calcolo e la durata della prestazione. Ci sono casi in cui i 68 giorni di tempo per presentare la NASPI diventano fondamentali per non perdere il diritto alla prestazione.

Un lavoratore che trova un’occupazione stabile se non ha sfruttato completamente l’ammortizzatore, non potrà mai più recuperarlo. Un tipico esempio è l’insegnante che passa a ruolo. Se dopo una supplenza questo insegnante non presenta la domanda di NASPI, o la presenta in ritardo, non potrà mai più richiedere l’indennità. Infatti con l’anno scolastico che si interrompe da fine giugno a inizio settembre di ogni anno, la sollecitudine nella domanda è tutto. Una supplenza di 4 mesi offre il diritto a 2 mesi di disoccupazione. Se l’interessato ritarda la presentazione, corre il rischio di non avere il tempo di sfruttare i 2 mesi di disoccupazione spettanti. E perderà mesi di NASPI in maniera irreversibile.

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