Sostenere chi è in difficoltà è uno degli obiettivi principali del nostro sistema giuridico e per tale motivo sono previste diverse forme d’assistenza e sostegno. Lo scopo principale è infatti tutelare la dignità umana di tutti i cittadini che si trovano in condizioni di fragilità. Oltre alle protezioni non economiche, come le agevolazioni che possono ottenersi con la Legge 104/92, sono previsti anche aiuti economici, come pensioni, assegni e indennità. Ma oltre alle prestazioni previste per coloro che sono riconosciuti invalidi per menomazioni fisiche, l’ordinamento garantisce prestazioni assistenziali anche a chi vive condizioni economiche disagiate.
In particolare, l’assegno sociale per tutti i cittadini, italiani e stranieri che abbiano compiuto 67 anni d’età e dimostrino lo stato di bisogno economico. L’INPS tuttavia corrisponde le prestazioni assistenziali d’invalidità civile e l’assegno sociale qualora l’interessato dimostri di possedere un reddito non superiore al limite previsto dalla legge. Ovvero purché comunichi all’Istituto la propria situazione reddituale.
Ecco come procederà l’INPS
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Da accertamenti effettuati l’INPS ha rilevato numerose posizioni di soggetti manchevoli di tali dichiarazioni. Ovvero di beneficiari che non hanno dimostrato di non possedere un reddito superiore alle soglie né hanno comunicato la propria situazione reddituale all’INPS. Pertanto l’INPS con il messaggio n. 3350/2022 ha comunicato di aver inviato agli interessati un primo sollecito. Qualora i destinatari rimangano inerti, procederà alla sospensione e alla successiva revoca del beneficio.
L’Istituto al fine di acquisire le dichiarazioni reddituali provvederà innanzitutto ad inviare una nota mediante racc.ta A/R con cui richiederà un riscontro reddituale del beneficiario. Contestualmente inviterà i destinatari a presentare la dichiarazione reddituale nel termine di 60 giorni. Trascorso inutilmente tale periodo dall’invio della comunicazione, l’INPS procederà alla sospensione della prestazione relativamente agli anni di reddito 2018 non dichiarati. Oltre ovviamente al recupero delle prestazioni pagate e non dovute.
Perderà l’assegno sociale nel 2023 chi non risponde a questa comunicazione
Coloro che riceveranno tale raccomandata dall’INPS, potranno operare la necessaria ricostituzione reddituale. In che modo? Basterà accedere direttamente online nell’area personale MyINPS del sito web dell’Istituto, muniti delle proprie credenziali d’accesso, ovvero SPID almeno di livello 2, CNS o CIE. Da qui si dovrà seguire il percorso “Home”> “Prestazione e servizi”> “Servizi”> “Domanda di prestazioni pensionistiche”> “Variazione prestazione pensionistica”. Poi attivare il successivo sottomenù “Ricostituzioni/Supplementi”> “Ricostituzione pensione”> “Reddituale”> “Per sospensione art.35 co.10bis D.L.207/2008”. In alternativa, ci si potrà rivolgere agli enti di Patronato. Pertanto chi non provvederà nei termini perderà l’assegno sociale nel 2023 e rischierà di dover restituire quanto percepito indebitamente.
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