Perderà la NASPI chi non comunica all’INPS questi dati anche del passato, ma pochi lo fanno

Perderà la NASPI chi non comunica all’INPS questi dati-Foto da pixabay.com

La NASPI per i lavoratori che perdono involontariamente il loro posto di lavoro è “ossigeno puro”. Su questi i dubbi sono pari a zero, essendo l’indennità per disoccupati INPS molto importante quando si perde il reddito da lavoro dipendente.

Perdere questa indennità è sicuramente una cosa spiacevole, soprattutto se la perdita dipende da non corrette interpretazioni delle normative, da parte dei disoccupati stessi.

Perderà la NASPI chi non comunica all’INPS questi dati anche del passato, ma pochi lo fanno

In generale la NASPI viene concessa al lavoratore che perdendo il posto di lavoro per un motivo indipendente dalla sua volontà, per tamponare la carenza reddituale sopraggiunta. L’indennità si prende per un periodo pari alla metà delle settimane lavorate nei 4 anni che precedono la perdita del posto di lavoro. E può arrivare quindi a 24 mesi. Ma se il disoccupato trova un lavoro durante la fruizione del sussidio, o se continua a svolgere uno tra i tanti che sono cumulabili con la Naspi, bisogna darne comunicazione all’INPS. In questo modo l’Istituto potrà verificare se effettivamente il disoccupato continua ad avere diritto alla Naspi. Oppure potrà verificare se continuare ad erogare un determinato importo di indennità o diminuirlo.

Obbligo di comunicare i redditi presunti, ecco quando si rischia la decadenza

Il disoccupato che ha una Partita IVA aperta, anche se inutilizzata, deve comunicare all’INPS il reddito presunto derivante da questa Partita IVA. Anche se questo reddito è pari a zero, perché la Partita IVA non è utilizzata, la comunicazione è obbligatoria. Perfino la mancata comunicazione da parte del beneficiario della Naspi riguardo all’attività lavorativa autonoma già in corso al momento della domanda può causare la decadenza immediata dal beneficio. Perderà la NASPI chi non comunica all’INPS tutto ciò che l’Istituto pretende.

Su questo si è espressa anche la Corte di cassazione con l’ordinanza n° 846 del 9 gennaio 2024. Infatti oltre alla mancata comunicazione di una nuova attività avviata dopo l’inizio del periodo di NASPI, la decadenza può sopraggiungere anche se il disoccupato non comunica i redditi presunti per quelle attività svolte anche prima dell’avvio della Naspi. una comunicazione che deve arrivare all’INPS entro 30 giorni dalla domanda di NASPI.

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