Sta arrivando il momento di presentare la dichiarazione dei redditi. Dal 25 maggio prossimo si potrà accedere al modello 730 precompilato. Il modello 730 è il primo modello di dichiarazione fiscale con cui i contribuenti ogni anno hanno a che fare (successivamente sarà predisposto dal Fisco il modello Redditi PF). La dichiarazione dei redditi serve per versare l’IRPEF allo Stato, ma serve anche per recuperare le detrazioni fiscali sulle spese sostenute nell’anno di imposta a cui la dichiarazione fa riferimento. Per il 730 del 2022 l’anno di imposta è il 2021 e le detrazioni devono riguardare le spese sostenute lo stesso anno. Non sono pochi i contribuenti che vanno a rimborso, cioè che vanno a credito Irpef. Ma non sempre è così e molte volte il rimborso non spetta.
Perderà il rimborso in busta paga o sulla pensione chi presenta il 730 ma non presta attenzione a queste comunicazioni assai utili ma spesso sconosciute
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Una cura odontoiatrica da 5.000 euro da diritto a 950 euro di credito IRPEF. Ristrutturare casa o adeguarla al risparmio energetico può dare diritto quanto meno a scaricare il 50% di quanto speso. Per opere di ristrutturazione edilizia da 50.000 euro, ben 25.000 euro possono essere scaricate nel 730. Essendo cifre cospicue, la detrazione può essere divisa in 10 anni. In altri termini, si possono recuperare 2.500 euro in 10 modelli 730 consecutivi. E poi ci sono le spese funebri, quelle veterinarie, tutte le spese sanitarie e gli acquisti di farmaci e così via. Il 19% di tutte queste spese può essere recuperato. Ma lo Stato non regala nulla. Infatti, contrariamente a quello che molti pensano, il rimborso non è un regalo obbligatorio da parte del Fisco ma viene erogato solo se il contribuente è capiente fiscalmente. Chi ha pagato l’IRPEF può recuperare la detrazione, chi non ha pagato o ha pagato in misura inferiore alle detrazioni, non riceve nulla di rimborso o riceve meno del previsto.
Ritenute Irpef e dichiarazione delle detrazioni da presentare al datore di lavoro o all’INPS
Se nelle CU che i datori di lavoro consegnano ai dipendenti, alla voce ritenute IRPEF e addizionali non ci sono cifre, significa che non sono state trattenute le imposte. In questo caso si parla di soggetto incapiente. Per controllare questi dati i punti da guardare nelle CU vanno dal 21 al 29. Sono quelle cifre riportate in questi punti che determinano l’ammontare massimo di rimborso IRPEF recuperabile grazie alle detrazioni.
Se un contribuente che ha ristrutturato casa deve recuperare 2.500 euro di detrazione, le ritenute sono fondamentali. Se queste sono pari a 1.200 euro, ben 1.300 dei 2.500 euro che dovevano essere recuperati, andranno perduti. Fondamentale è produrre una dichiarazione sulle detrazioni fiscali al datore di lavoro o all’INPS. In genere è consigliabile produrla all’atto dell’assunzione o della domanda di pensione. Ma occorre aggiornare questa documentazione ogni qual volta si verificano delle variazioni. Con il modello 730 infatti viene determinata l’imposta netta da versare che in genere è pari alle ritenute operate dal datore di lavoro in busta paga. Le ritenute rappresentano l’IRPEF pagata dal lavoratore con trattenute sullo stipendio. Se le detrazioni sono pari alle ritenute subite e quindi all’imposta netta, eco che si matura il diritto ad essere rimborsati. Al contrario si perderà il rimborso in busta paga o sulla pensione.
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