Il reddito di cittadinanza è una misura di contrasto alla povertà che al fianco del semplice sussidio erogato mensilmente ai beneficiari, ha in serbo le cosiddette politiche attive sul lavoro. Infatti il reddito di cittadinanza non nasce solo come un semplice sussidio o una misura di contrasto alla povertà. Significa che un beneficiario del reddito di cittadinanza dovrebbe essere reinserito nel mondo del lavoro per il tramite dei centri per l’impiego. Gli uffici di collocamento dovrebbero essere in grado di produrre varie proposte di lavoro ai beneficiari del reddito di cittadinanza. E proprio questa la carenza che la misura ha messo in luce da subito, cioè l’assenza di proposte lavorative.
Deve essere il nuovo Governo ad invertire la situazione, soprattutto alla luce del fatto che l’esecutivo vorrebbe rendere irrinunciabile anche la prima proposta di lavoro a pena decadenza del sussidio. In pratica rifiutare una proposta lavorativa da parte di chi beneficia del reddito di cittadinanza porterebbe quest’ultimo a perdere immediatamente il beneficio. Ma le proposte per essere irrinunciabili devono essere congrue, come previsto dal decreto n° 4 del 2019 che ha istituito il reddito di cittadinanza. Ed è proprio sulla congruità di queste proposte che bisogna approfondire l’argomento.
Perde il reddito di cittadinanza chi rifiuta le offerte di lavoro, la norma che il Governo vuole radicalizzare
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Per rendere il reddito di cittadinanza una misura meno favorevole per i fannulloni, e meno favorevole per i cosiddetti furbetti del reddito di cittadinanza, il nuovo esecutivo potrebbe imporre la decadenza del beneficio già alla prima rinuncia ad un’offerta di lavoro congrua e proveniente da tutto il territorio italiano. A dire il vero questa norma è già attiva e prevista dal Decreto prima citato. Soprattutto per chi percepisce il reddito di cittadinanza già da diversi anni, l’offerta di lavoro può giungere da qualsiasi parte d’Italia. Ma il fattore determinante è la congruità dell’offerta di lavoro. Ma cosa significa offerta congrua? Un dubbio comune a molti beneficiari che non sanno se possono o meno rifiutare una proposta senza perdere il beneficio del reddito di cittadinanza.
Ecco cosa incide su una proposta lavorativa affinché venga considerata congrua
Collocazione territoriale del posto di lavoro, durata del contratto, stipendio pattuito. Sono questi i fattori da tenere in considerazione per poter considerare una proposta di lavoro come congrua. La proposta di lavoro deve rispettare determinati canoni. In primo luogo deve essere accessibile con i mezzi di trasporto pubblici. Inoltre lo stipendio deve essere superiore di almeno il 10% ai 780 euro al mese che sono la cifra massima che un singolo può percepire di sussidio, al lordo del contributo sull’eventuale canone di affitto (cd affitto imputato).
Significa che lo stipendio minimo deve essere pari ad almeno 858 al mese. Perde il reddito di cittadinanza chi rifiuta una offerta di lavoro di questo genere. Ed a prescindere che una offerta sia a tempo indeterminato o meno. Infatti l’offerta può essere a tempo determinato di durata non inferiore a 3 mesi. Ma va bene anche un’offerta di lavoro a tempo ridotto (cd part-time) purché con orario pari ad almeno il 60% dell’orario di lavoro full-time previsto dal CCNL applicato.