Perché tornare ai campi e all’agricoltura potrebbe essere la scelta per vincere la disoccupazione

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Moltissimi sono i giovani che durante la pandemia e le chiusure hanno deciso di tornare a lavorare i campi. O ad allevare bestiame per guadagnare in un momento in cui le possibilità di trovare lavoro erano non poche, ma addirittura nulla. Il settore dell’agricoltura, proprio in quel periodo ha visto un incremento dell’8%. E quello che è apparso subito evidente è che le imprese dei più giovani hanno unito alla terra le nuove tecnologie. Ecco perché tornare ai campi e all’agricoltura potrebbe essere una strada vincente per la propria carriera.

Agricoltura e bestiame sì, ma con innovazione

I giovani, quindi, sempre più spesso stanno scegliendo di tornare a lavorare la terra. Un mestiere anticipo e faticoso come quello di allevare bestiame. Ma stanno decidendo di farlo portando innovazione nelle aziende. Mentre un tempo l’agricoltore o l’allevatore si limitavano a coltivare un pezzo di terra o portare al pascolo il bestiame, oggi non è più così.

Il lavoro agricolo segue la tecnologia e si evolve come tutte le altre attività e le produzioni, anche le più tradizionali, diventano più sostenibili e meno faticose.

Ecco perché interessa i giovani

Trovare un primo impiego in agricoltura non richiede grandi esperienze e offre possibilità anche concrete di realizzazione. Ed è proprio per questo che sempre più spesso i giovani sono attratti da questo settore. Anche perché oggi lavorare in agricoltura non significa solo zappare o usare il trattore.

Molte delle nuove aziende agricole nascono, infatti, come start up Agri tech ed utilizzano tecnologie che fino ad un decennio fa erano inimmaginabili. Ad esempio, l’utilizzo di droni per monitorare le culture e rilevarne i dati di crescita. Programmi che rilevano informazione del terreno come livelli dell’azoto o umidità. Cose a cui le generazioni precedenti neanche pensavano.

Perché tornare ai campi e all’agricoltura sta tornando di moda

Per non parlare poi dei grandissimi cambiamenti che i giovani stanno portando nel modo di concepire una azienda agricola. Sono nati agri-asili per insegnare ai più piccini come nasce il cibo che mangiamo. O anche le fattorie didattiche che hanno, più o meno, lo stesso scopo. Per non parlare, poi, delle aziende agricole che hanno messo a punto progetti appositi per aiutare i disabili nell’integrazione sociale.

A tutto questo, poi, si aggiunga che ci sono moltissimi incentivi per chi si dedica a questo settore della filiera alimentare. Con politiche di sostegno e misure mirate che portano ad avere Bonus ed incentivi. Programmi di sviluppo rurale, “Aste delle Terre”, “Resto al Sud”, “Donne in campo” sono solo alcuni di questi progetti per chi decide di scegliere l’imprenditoria nel settore dell’agricoltura e dell’allevamento.

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