Perché Siracusa è la città più bella della Sicilia. Andiamo a Siracusa, nella Sicilia sud-orientale, per scoprire perché in antichità questa città rivestì un ruolo chiave nello sviluppo della civiltà mediterranea.
Perché Siracusa è la città più bella della Sicilia
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Addirittura Platone vi compì due viaggi, speranzoso di potervi restare. Cicerone la definì la “più bella e la più grande città greca.”
Archimede
Il più grande genio dell’antichità vi nacque e vi morì nel corso dei combattimenti della seconda guerra punica. Per i romani, la sola idea che il genio di Archimede potesse unirsi a quello di Annibale lasciava sgomenti. Per questo Archimede venne ucciso durante l’assedio romano di Siracusa. Sebbene gli storici romani dell’epoca tendano a sottolineare come il generale romano Marcello avesse deliberatamente chiesto di non ucciderlo, Archimede venne trafitto da un soldato che non lo riconobbe.
Caravaggio
Così come un grande della letteratura italiana nominò “Campo dei Miracoli” la piazza del Duomo di Pisa, un grande artista, Caravaggio, diede il nome ad uno dei siti archeologici più visitati di Siracusa. L’Orecchio di Dioniso, una delle latomie di Siracusa, venne così ribattezzata dal genio tormentato di Caravaggio, in fuga in Sicilia da una delle sue numerose peripezie.
Perché Siracusa è la città più bella della Sicilia
Le origini di Siracusa si perdono nell’isola di Ortigia, quando un giorno dell’ottavo secolo avanti Cristo vi sbarcarono alcuni coloni provenienti dalla Grecia. Ad Ortigia si trovava la celebre Fonte Aretusa, che molti poeti e scrittori ebbe la fortuna di ispirare. Dopo la fondazione del nucleo originario della futura Siracusa, altri quattro quartieri si aggiunsero. La città crebbe e con essa la sua fama.
Sito Unesco
La straordinarietà di Siracusa è tale da garantirle l’iscrizione alla lista dei siti patrimonio Unesco. Ad accompagnare la città di Archimede in questa speciale categoria, anche la necropoli rupestre di Pantalica. Situata ad una quarantina di minuti di distanza da Siracusa, la necropoli contiene oltre cinquemila tra tombe scavate nella roccia e realizzate tra il tredicesimo e il settimo secolo avanti Cristo. Gli studiosi hanno ipotizzato che il suo abbandono sia correlato allo sbarco dei greci e alla fondazione di Siracusa. La necropoli, pertanto, sarebbe la testimonianza lasciataci dalla popolazione indigena che abitava l’area prima dell’avvento dei greci.
E il cibo?
Per gli amanti dello streetfood, posso darvi una certezza. Non ho mai mangiato un panino col polpo più buono di quello assaporato nelle vicinanze del mercato di Ortigia.