La sicurezza che il reddito di cittadinanza resista anche nel 2023 negli ultimi tempi sta tremendamente mancando. Si parla insistentemente di una sua cancellazione o quanto meno di una sua riduzione di platea. Sono gli effetti del nuovo Governo che si sta per costituire. A rischio quindi la principale misura che ha consentito in questi anni a famiglie vicine alla soglia della povertà, di avere una fonte di sostentamento. Allo stato attuale delle cose sembrerebbe così. Ma è anche vero che i margini di manovra per il Governo in questa ottica non sono larghi. Infatti non si può certo bloccare immediatamente una misura come questa, chiudendo il rubinetto e lasciando senza ricariche mensili i già oggi beneficiari. Ma ecco perché sarebbe meglio presentare domanda subito.
Le ultime ipotesi su cosa succederà al sussidio
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Al momento si tratta di semplici ipotesi, perché nulla è ancora deciso. Ma è evidente che sarebbe più facile intervenire sulle future domande o al massimo sui futuri rinnovi del sussidio. Si possono bloccare le future assegnazioni del reddito di cittadinanza, non certo le future erogazioni di chi oggi è beneficiario della misura. L’ipotesi più attendibile sottolinea la correzione del sussidio, che resterebbe appannaggio di quanti effettivamente hanno bisogno del reddito di cittadinanza per andare avanti. E blocco chi magari lo utilizza come un surplus adottando stratagemmi per prenderlo. Chi ha già i 18 mesi assegnati dopo domanda, al permanere dei requisiti utili per la sua fruizione, dovrebbe continuare a percepire il sussidio fino a scadenza. È il meccanismo dei diritti acquisiti che dovrebbe funzionare pure per il reddito di cittadinanza.
I diritti acquisiti valgono pure è per il reddito di cittadinanza
Proprio alla luce del fatto che il diritto acquisito dovrebbe tutelare chi prende il reddito di cittadinanza già oggi, apre ad alcune considerazioni. Una di queste è senza dubbio la solerzia da usare nel presentare la domanda di reddito di cittadinanza entro la fine dell’anno. Infatti, se davvero verrà utilizzato il meccanismo prima citato della cristallizzazione del diritto, bisognerebbe entrare nel reddito di cittadinanza adesso che la misura è attiva. Il primo gennaio 2023 potrebbe essere troppo tardi. Una teoria che parte dalle ultime ipotesi che si fanno naturalmente e che non è ancora una cosa reale.
Perché sarebbe meglio presentare domanda entro questo termine
In definitiva, chi pensava di presentare domanda dal primo gennaio, magari perché con l’ISEE nuovo e più basso, avrebbe avuto diritto ad un sussidio che oggi non può prendere per le ragioni opposte (ISEE alto), dovrebbe cercare di risolvere l’arcano. Chi ha pensato di rimandare tutto, perché l’ISEE 2022 riferito al 2020 era alto come importo, dovrebbe adottare la classica soluzione dell’ISEE corrente. Infatti si può ancora correggere l’ISEE ordinario rendendolo più vicino alla reale condizione economico-reddituale del nucleo familiare.
In questo modo si potrebbe portare l’ISEE entro le soglie utili al beneficio anche quest’anno. Naturalmente molto cambia da caso a caso e dalla motivazione per cui nel 2022 non si rientra tra i beneficiari del reddito di cittadinanza. Ma anche a costo di prendere un sussidio basso, potrebbe essere il caso di entrare nel perimetro dei beneficiari subito, sempre che le ipotesi di stop alla misura dal 2023 che si fanno diventino realtà.
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