Perché rimandare la pensione conviene 3 volte e nessuno lo sa  

Perché rimandare la pensione conviene 3 volte-Foto da pexels.com

Andare in pensione è la cosa che tutti vorrebbero fare e che tutti sognano. E se alla fine rimanendo al lavoro il diretto interessato ci guadagnasse di più? In questo caso scommettiamo che molti vedrebbero molto meno interessante l’obiettivo pensioni.

Il problema è che non tutti sanno che rimanere al lavoro anche solo 12 mesi in più può essere 3 volte conveniente. Ecco il perché di queste considerazioni e cosa devono calcolare i lavoratori per capire se davvero è conveniente lasciare subito il lavoro.

Perché rimandare la pensione conviene

Lasciare il lavoro più tardi non è una tragedia, perché rimandare la pensione a volte conviene. E adesso vedremo perché. Partiamo dal fatto che uscire dal lavoro anche solo 12 mesi dopo la maturazione dei requisiti, significa prendere una pensione calcolata su 12 mesi in più di contribuzione. E sono contributi che possono valere tanto, anche se molto dipende dall’importo della retribuzione percepita. Ma bisogna anche considerare che rimandare di un anno l’uscita, significa uscire ad una età più elevata. E questo comporta un calcolo della pensione basato su un coefficiente di trasformazione dei soldi accumulati nel montante contributivo, più alto. Significa che a parità di contributi, un lavoratore che lascia il servizio a 65 anni prenderà una pensione più alta di chi lascia a 64 anni.

Dai coefficienti allo sgravio contributivo

La somma dei 12 mesi di contributi in più e del miglior calcolo della pensione può arrivare anche a 150/200 euro al mese in più di assegno. Come dicevamo, dipende da che genere di retribuzione si prende in questi ultimi 12 mesi di carriera. Perché anche se contributiva, la pensione si basa sulla retribuzione, nel senso che più alto è lo stipendio, più alti sono i contributi che mensilmente si versano. Due vantaggi non indifferenti e da considerare per capire se conviene o meno andare in pensione prima. Ma c’è un terzo vantaggio che però riguarda solo una determinata categoria di lavoratori. Si tratta di coloro che nel 2024 completano 41 anni di contributi versati e 62 anni di età.

Ai due vantaggi prima esposti si aggiunge quello del Bonus contributivo per la Quota 103. Chi resta al lavoro anche se ha raggiunto il diritto a sfruttare la Quota 103, se resta al lavoro può presentare una domanda all’INPS. E con questa, l’interessato chiede all’INPS di applicare per il resto del lavoro svolto, uno sgravio contributivo. La quota dei contributi a carico del lavoratore, pari al 9,19% resterebbe in busta paga per tutti i mesi di lavoro ulteriori dopo aver raggiunto i 41 anni di contributi ed i 62 anni di età. Ecco perché rimandare la pensione conviene per diversi motivi.

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