Perché riceviamo chiamate spam se siamo iscritti al Registro delle opposizioni

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Tutto l’inizio del 2022 è stato costellato da una costante: gli squilli del cellulare. Moltissime persone infatti avevano le linee sempre intasate da telefonate di numeri privati, esteri o semplicemente sconosciuti. Infatti c’è stato un vero e proprio assalto da parte dei call center e delle aziende che seguivano questa strategia di marketing per attrarre nuovi clienti e per lanciare nuove offerte. Questa tattica però, oltre a risultare molto fastidiosa, ha anche portato un aumento delle truffe via telefono. Molti malintenzionati infatti hanno approfittato di questa ondata di comunicazioni per spacciarsi per degli enti sicuri e sottrarre dati e soldi agli utenti. Per limitare il fenomeno quindi c’è stata l’introduzione del Registro Pubblico delle opposizioni, uno strumento in cui registrare il proprio numero di telefono personale in modo da non essere più disturbati. Però in alcuni casi sembra non funzionare. Oggi infatti spieghiamo perché riceviamo delle chiamate spam anche se non dovremmo.

Che cos’è di preciso il Registro delle opposizioni

Si tratta di un elenco che gli operatori devono consultare prima di rapportarsi con un consumatore. È presente infatti il divieto di chiamare chi è presente al suo interno se si desidera incorrere in multe pesanti. Prima di questa estate il servizio era solamente disponibile per i numeri di casa, ma da fine luglio è diventato possibile accedere per i privati tramite l’identificazione con il proprio SPID.

Perché riceviamo chiamate spam se siamo iscritti al Registro delle opposizioni

Però se continuano a chiamare ci possono essere quattro motivi, di cui la maggior parte sono legittimi. Le aziende sono ancora autorizzate a telefonare nei seguenti casi:

  • possono farlo se il soggetto risulta ancora loro cliente. Infatti sono libere di contattarlo per poterlo aggiornare sull’offerta in essere o per potergli illustrare delle nuove e vantaggiose promozioni;
  • lo stesso vale però se si è disdetto un contratto da poco. Infatti se la disiscrizione al servizio risale a meno di trenta giorni, la compagnia si può riservare di recuperare il contatto per proporre delle nuove proposte per un mese di tempo;
  • se queste due condizioni non si verificano, potrebbe essere che nella navigazione su internet si è prestato qualche consenso per ricevere questo tipo di “attenzioni indesiderate”. Infatti solo un clic sbagliato può condurre a questo tipo di situazione.

Se questi non sono i casi allora molto probabilmente si tratta di un call center abusivo, da segnalare alle autorità competenti.

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