Eh si, c’è proprio un posto nel mondo in cui dare la lingua al gatto è sinonimo di codardia, viltà e scarsa considerazione di sé stessi. Chiaramente, stiamo facendo riferimento ad una metafora che nella nostra lingua italiana non sembra contenere un senso alternativo al letterale. Se, però, attraversiamo le Alpi, Governo permettendo, e arriviamo nel Paese di Molière ci rendiamo conto che le cose cambiano. Scopriamo insieme perché non si deve dare la lingua al gatto.
Curiosità della lingua francese
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L’espressione “dare la lingua al gatto” in francese ha un particolare significato metaforico. Infatti, “donner sa langue au chat” vuol dire cedere, ma non solo. In particolare, l’espressione si usa quando si vuole rinunciare a trovare o a indovinare una soluzione. Più largamente, è utilizzata per manifestare la propria incapacità di risolvere un problema o la propria inettitudine a trovare la chiave di un enigma.
Nulla a che vedere con i nostri amati amici pelosi a quattro zampe, anche se uno studio etimologico ci può venire in soccorso.
Nel passato l’espressione era leggermente diversa. La celebre Madame de Sévigné nel Seicento avrebbe detto “gettare la sua lingua ai cani”. Infatti, di solito si lascia ai cani i resti del pranzo, le ossa e gli scarti. Quando si getta la lingua, vorrebbe dire che il nostro pensiero non ha più valore e quindi è ininfluente.
Tuttavia, notiamo un passaggio interessante: dal cane al gatto. Sembra, infatti, che nella letteratura i gatti siano sempre stati raffigurati come più discreti, autonomi dei cani. Il gatto, quindi, non divulgherebbe preziose informazioni del proprio padrone e per questo potrebbe meritare una fiducia più grande.
Altri esperti, però, hanno un’idea diversa: pare che il verbo gettare e il sostantivo cane rendessero la frase troppo pesante e volgare. Si è quindi deciso di sostituirle con l’espressione che conosciamo noi oggi. Ecco perché non si deve dare la lingua al gatto.