Perché non comprare queste azioni

GVS

Sono due i motivi per cui si compra un titolo azionario. O il rendimento del dividendo è molto elevato oppure il titolo è fortemente sottovalutato. Ovviamente in questo ragionamento stiamo trascurando le indicazioni dell’analisi grafica.

Ci sono dei titoli che né distribuiscono un dividendo interessante né sono sottovaluti. Ecco, quindi, due buoni motivi perché non comprare queste azioni. Dal lato opposto della barricata, poi, troviamo quei titoli azionari che offrono elevati dividendi e sono anche sottovalutati.

Perché non comprare queste azioni

In questo articolo ci occupiamo del titolo GVS che, almeno in questo periodo storico, presenta una forte sopravvalutazione e un rendimento del dividendo molto basso.

Qualunque sia l’indicatore utilizzato il titolo risulta essere sopravvalutato. Ad esempio, il valore dell’azienda in proporzione al fatturato della società, valutato a 5,2 volte le vendite societarie, è relativamente elevato. Un livello che, insieme a quello medio del settore di riferimento pari a 3,2, è elevato in assoluto.

Riguardo il PE, anche se il rapporto prezzo su utili di GVS è elevato in assoluto, parliamo di un valore pari a 33,3, è solo leggermente superiore a quello medio del settore di riferimento.

Per quel che riguarda il dividendo, la società non è molto generosa. Nel 2022, ad esempio, non è stato distribuito. Per gli anni a venire, invece, le attese sono per un rendimento inferiore all’1%.

Secondo quanto riportato sulle riviste specializzate, l’ultima raccomandazione pubblicata su GVS risale al dicembre 2021. Pertanto è poco realistica. Per dovere di cronaca ne riportiamo i contenuti. Il giudizio era accumulare, con un prezzo obiettivo che esprime una sottovalutazione di circa il 10%.

Quali sono le indicazioni dell’analisi grafica?

Il titolo GVS (MILGVS) ha chiuso la seduta del 29 agosto a quota 9,535 euro, in rialzo dell’1,71% rispetto alla seduta precedente.

La proiezione in corso è rialzista (linea continua), ma le quotazioni sono andate incontro a un ritracciamento che potrebbe metterla in pericolo. Come si vede dal grafico, infatti, una chiusura giornaliera inferiore a 9,42 euro potrebbe fare scattare più di qualche campanello di allarme. Solo con una chiusura giornaliera inferiore a 8,72 euro, però, si avrebbe l’inversione ribassista con obiettivo più probabile in area 7,575 euro. La massima estensione ribassista, invece, potrebbe collocarsi in area 6,435 euro.

Al rialzo, invece, il superamento di area 9,975 euro potrebbe far scattare un allungo rialzista verso area 11,72 euro, prima, e area 13,46 euro, poi.

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