La giornata mondiale del gatto che si celebra l’8 agosto ci regala l’occasione di studiare la più celebre delle superstizioni animali. Avremo tutti visto automobilisti frenare all’improvviso. E questo proprio dopo aver visto un gatto nero attraversare la strada. Un comportamento certamente inutile, e spesso pure pericoloso. Sono certamente più i casi di tamponamenti causati dalla frenata del superstizioso rispetto a quelli causati dall’energia negativa dei gatti.
Meglio prenderla come l’umorista Groucho Marx. Questi diceva che se un gatto nero ci attraversa la strada significa che sta andando da qualche parte. Come forse sapremo, i gatti neri non appartengono ad una vera e propria razza felina. Assumono questa colorazione per via di un gene sviluppato nel corso dell’evoluzione. E che è dominante nella trasmissione della pigmentazione del pelo di madre in gattino. Un difetto che secondo alcuni studiosi lo renderebbe addirittura avvantaggiato rispetto agli altri nel non sviluppare melanomi.
Le origini della credenza sono molto antiche
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Nonostante questo, le voci sul conto del gatto nero si sono sprecate per secoli. Così vediamo perché molti dicono che i gatti neri portano sfortuna. Le convinzioni errate si sedimentano con il tempo. Così anche quando la scienza ci spiega il motivo della colorazione diversa, in molti ripetono le spiegazioni che venivano dal passato superstizioso. Questo non valeva nell’antico Egitto. Addirittura una divinità egizia, chiamata Bastet, aveva le sembianze di una donna con il volto da gatta nera.
Una questione di scaramanzia ma anche di storia
Nella mitologia celtica invece una creatura chiamata Cat Sìth era indicata come la responsabile del furto delle anime. Si trattava di un gatto nero con una macchia bianca sul petto. Questi passava sul corpo di un defunto per rubargli l’anima. Per questo il corpo del defunto, prima dell’inumazione, veniva controllato dai cari per evitare furti felini.
Anche nell’alto medioevo i gatti erano associati alla sfortuna. Il colore del manto poco visibile causava paura e incidenti ai cavalli che trasportavano persone e merci. Soprattutto quando la luce era bassa, vista l’assenza di illuminazione artificiale. Questo poteva significare danni economici oltre che fisici.
Perché molti dicono che i gatti neri portano sfortuna
Una delle ragioni per cui associamo la sfortuna a questi gatti, fu la cosiddetta Peste nera. Accusati di diffondere la malattia, venivano cacciati dalle case e dalle città. In maniera ironica e paradossale, la caccia ai gatti non faceva altro che incrementare la facilità di diffusione. Come è noto, infatti, la propagazione della peste avveniva tramite i ratti, prede predilette dei gatti.
Per vari motivi queste credenze hanno continuano ad associarsi anche a tradizioni religiose che associavano i gatti neri alle streghe e al diavolo. Oggi per fortuna esiste una giornata mondiale del gatto nero che si celebra il 17 di novembre e che serve a scongiurare queste credenze. In alcuni Paesi, come la Scozia ed il Giappone, il gatto nero viene invece considerato un simbolo di buona sorte. Se poi ci chiediamo perché i gatti buttano gli oggetti dalla nostra credenza o dalla sommità dei tavoli, ci potrebbe interessare la ragione del gesto.
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