Il Governo Draghi, chiusosi prima della fine della legislatura, non è riuscito a mettere a punto la riforma strutturale della previdenza pubblica. Ed almeno per il momento nemmeno il Governo a guida Giorgia Meloni sembra intenzionato a farlo.
Nel suo discorso programmatico, infatti, il Presidente del Consiglio e leader di Fdi ha trattato pure il tema relativo alle pensioni. Ma le intenzioni dell’Esecutivo, almeno per il 2023, sono quelle di prorogare le misure di pensionamento anticipato in essere.
Quindi, è lecito ipotizzare che, in scadenza quest’anno, anche nel 2023 sarà possibile ritirarsi dal lavoro, se in possesso dei relativi requisiti, con l’APE Sociale e con Opzione Donna. Mentre al momento non è data per certa la proroga della Quota 102. Che è una misura che, per il post Quota 100 scaduta nel 2021, è stata introdotta dal Governo Draghi.
Perché la riforma delle pensioni è di nuovo rinviata
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Al pari dell’Esecutivo Draghi, quindi, pure il Governo Meloni adotterà delle misure tampone nel 2023 per quel che riguarda le pensioni. Programmando sostanzialmente la riforma come un obiettivo di legislatura.
Dato che, sul perché la riforma delle pensioni è rinviata, i margini di manovra a livello finanziario sono davvero risicati. Per rendere l’idea, l’introduzione e l’istituzione della Quota 41 pura, che è tanto cara alla Lega, necessita di coperture e di risorse finanziarie da dirottare al momento sulle questioni e su problemi più urgenti. A partire dal caro bollette.
Quale destino per la Quota 102 in scadenza alla fine del corrente anno
Per la Quota 102 i dubbi legati al rinnovo, anche per il 2023, sono anche legati anche al pressing della Lega proprio per l’istituzione della Quota 41. Da un lato, infatti, dal prossimo anno la Quota 102 potrebbe essere prorogata introducendo una maggiore flessibilità. Ma dall’altro il leader del Carroccio spinge per introdurre, già a partire dal prossimo anno, un primo assaggio della Quota 41 pura prima che poi questa possa essere resa strutturale entro la fine della legislatura. Precisamente, l’ipotesi è quella di introdurre la Quota 41 con il vincolo di almeno 61 o 62 anni di età.
Ma dal prossimo anno è improbabile il pieno ripristino dei paletti della Legge Fornero
L’obiettivo per il 2023, da parte del Governo di centrodestra, è in ogni caso quella di garantire misure di pensionamento anticipato, con la flessibilità in uscita, in modo tale da evitare il ripristino delle condizioni e delle regole della Legge Fornero nella loro versione integrale. Cosa che, tra l’altro, non piacerebbe di certo alla Lega guidata da Matteo Salvini.