Perché la cannabis light è il mercato del futuro per chi vuole investire nella coltivazione

canapa

La coltivazione della canapa è stata legalizzata in Italia a partire dal 14 gennaio 2017. Per legge, procedure, tipologie e quantità sono inserite nel Registro Europeo delle Sementi. Quest’attività può essere svolta liberamente con le varietà di pianta che presentino un contenuto di THC non superiore allo 0,2%.

Questo tipo di canapa è definita cannabis light, e può essere utilizzata per molti prodotti, non solo per le efflorescenze a uso ricreativo – che comunque in Italia è vietato. L’unico uso consentito è quello medico.

Il mercato globale della canapa si attestava nel 2020 su quasi tre miliardi di dollari e, da stime recenti, crescerà di oltre il 21% all’anno fino al 2018. La società americana Grand View Research ha considerato, per questo studio, tutti i vari utilizzi della pianta. Anche questa è la risposta al perché la cannabis light è il mercato del futuro per chi vuole investire nella coltivazione.

Le qualità della pianta della canapa

La canapa è comunque una pianta dalle molte interessanti proprietà. Chi pensa sia solo utile per uso ricreativo, sbaglia. Le fibre della canapa sono molto pregiate, e dai suoi semi si possono ottenere degli oli e delle farine parecchio richieste nel mercato dei prodotti officinali biologici.

La pianta ha anche un impatto molto positivo sull’ambiente. Una coltivazione in crescita assorbe un quantitativo di CO2 pari a quattro volte quello di altre. Questo ha ovviamente un impatto molto positivo sull’ambiente.

Un po’ di numeri

Il terreno da scegliere per la coltivazione di canapa, che va seminata in primavera tra marzo e aprile, dovrebbe essere uno fertile, alluvionale, senza ristagno, non necessariamente in pianura. La canapa, infatti, è una pianta molto resistente alle gelate, si coltiva anche oltre i mille metri. Ci vogliono circa 50 chili di sementi per ogni ettaro di terreno.

Per capire perché la cannabis light è il mercato del futuro per chi vuole investire nella coltivazione basta fare qualche calcolo. A fronte di una spesa per ettaro di circa 900 euro, tra semenze e mantenimento, i ricavi stimati sono circa 1.500 euro l’ettaro per la vendita delle fibre, mentre circa 1,50 euro al chilo per le sementi. Facendo un paio di calcoli, sono circa mille euro di ricavi l’ettaro.

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