La questione coronavirus ha messo in standby il sistema produttivo del mondo intero. In alcuni casi lo ha quasi distrutto. Eppure le Borse hanno iniziato a registrare una ripresa proprio nel momento in cui questa crisi generalizzata si faceva sentire in maniera più forte. Perché il il mercato è in rialzo se l’economia è in crisi?
Un segreto per chi vuole investire
Un esempio di quanto è accaduto lo abbiamo ancora fresco nella memoria. Dopo il crollo di Lehman Brothers, gli indici mondiali hanno registrato, come è accaduto anche con Covid-19, un tonfo. Un segreto per chi vuole investire è sapere in anticipo che la reazione emotiva è un fattore da mettere in conto. Anzi, il primo da valutare. Lo era allora proprio come lo è stato per l’epidemia di oggi. Eppure dopo questo le Borse hanno iniziato a reagire. Era il marzo del 2009 e l’S&P500 segnava il suo famoso livello a 666 punti. Da lì il rally storico che ha dato inizio al mercato toro più longevo della storia.
Perché il il mercato è in rialzo se l’economia è in crisi?
Parallelamente, intanto, si moltiplicavano i dati macro pessimi, la disoccupazione, fino ad arrivare alla crisi del debito nella zona euro del 2012. Da allora è stata una cavalcata quasi continua fino ai massimi storici visti a Wall Street non più tardi della metà di febbraio di quest’anno. Poi il crollo. Tanto più forte visto che si partiva da vette ancora inesplorate. Ma perché il il mercato è in rialzo se l’economia è in crisi?
Oggi ventidue milioni di americani hanno presentato domanda di disoccupazione nelle ultime quattro settimane. In Italia le prospettive sono anche peggiori. Disoccupazione al 17% e, con ogni probabilità, un Pil che per quest’anno potrebbe essere in negativo di due cifre.
Il mercato azionario si sta riprendendo
Nemmeno negli Usa, come detto, le cose vanno meglio. I finanziamenti previsti per le piccole imprese (350 miliardi di dollari) sembrano essere stati insufficienti. Eppure in tutto questo il mercato azionario si sta riprendendo. Dal 23 marzo ad oggi l’S&P 500 è salito di circa il 30%, registrando la settimana migliore dal 1974 non più tardi dell’inizio di aprile. Perché?
Partiamo subito col dire che se le crisi sono determinate da fattori sempre differenti, la ripresa dei mercati può farsi risalire a motivi generalmente sempre simili. In primo piano l’azione delle banche centrali.
L’indicatore più immediato e disponibile
Allora (2008-2009) furono solo le loro politiche a muovere i mercati. Oggi a queste si è aggiunta anche l’azione dei governi sul fronte fiscale ma anche della liquidità diretta. Il secondo punto è che in realtà il mercato azionario è solo una parte dell’economia. Anche se è l’indicatore più immediato e disponibile che abbiamo sotto gli occhi. Sul lungo termine, la performance del mercato azionario tende a correlarsi con l’economia ma nell’immediato rappresenta solo una finestra piccola dalla quale guardare ciò che avverrà. Infatti la maggior parte delle aziende del sistema produttivo non rientra tra i nomi quotati in Borsa.
Le proiezioni degli analisti
Soprattutto in Italia dove la spina dorsale dell’economia è rappresentata dalle piccole e medie aziende. Basti pensare al famoso boom economico. Infine, e questo è il terzo punto, i mercati sono lungimiranti. In altre parole si muovono in considerazione delle proiezioni degli analisti su ciò che avverrà. O si presume possa accadere. L’atteggiamento tendenzialmente positivo dei mercati può indicare un approccio fiducioso da parte degli investitori. In altre parole che le conseguenze peggiori sono state evitate sia sul fronte dell’economia che dell’epidemia, dopo le misure di contenimento del virus e di sostegno alle aziende. Se poi queste impressioni saranno confermate dalla realtà sarà solo il tempo a dirlo.