Una data da ricordare è da cerchiare in rosso sul calendario sta per arrivare ed è quella del 28 febbraio. Dal primo marzo 2022 le famiglie italiane hanno iniziato a percepire l’assegno unico universale sui figli a carico con un’età inferiore ai 21 anni. Infatti si tratta di quella misura unica che ha sostituito tra le altre gli assegni per il nucleo familiare e le detrazioni per i familiari a carico.
Per questo è uno strumento importante per milioni di contribuenti, sia dipendenti che autonomi, sia statali che privati e perfino disoccupati o titolari per il reddito di cittadinanza. Ma cosa occorre fare il 28 febbraio per evitare problemi e come funzionano i periodi di salvaguardia che la normativa vigente offre?
Perché il 28 febbraio è importante per le famiglie che prendono l’assegno unico
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Per i beneficiari dell’assegno unico sui figli under 21 non servirà nessuna altra domanda oltre a quella presentata nel 2022. Infatti l’erogazione dell’assegno è automatica. Tra l’altro, l’ISEE non è nemmeno necessario per prendere l’assegno che viene erogato a tutti semplicemente dietro domanda. L’ISEE però è necessario per calcolare gli importi dell’assegno. Infatti, in attesa che vengano ufficializzati i nuovi importi spettanti dopo l’adeguamento all’aumento del costo della vita, senza ISEE o con un ISEE superiore a 40.000 euro l’assegno è pari a 50 euro al mese per figlio. Con un ISEE fino a 15.000 euro (anche in questo caso probabile variazione della soglia in arrivo), l’assegno è pari a 175 euro a figlio al mese. Assegno che per ISEE superiori a 15.000 scende gradualmente fino ad arrivare alla soglia minima di 50 euro. Poi ci sono da considerare le maggiorazioni, come per esempio quelle per le famiglie numerose, quelle per i figli disabili o quelle per famiglie con entrambi i genitori lavoratori.
L’INPS deve ricalcolare l’assegno altrimenti si rischia grosso
Proprio alla luce dell’importanza dell’ISEE i beneficiari dell’assegno devono provvedere al rinnovo. L’ISEE 2022 è scaduto il 31 dicembre scorso. Per i primi due mesi del 2023 l’INPS ha erogato lo stesso l’assegno come prima. Ma da marzo, in assenza di rinnovo dell’ISEE, l’Istituto provvederà a ridurre all’importo minimo l’assegno. In attesa del rinnovo della certificazione. Se i beneficiari dell’assegno rinnovano l’ISEE entro il 30 giugno, possono recuperare gli arretrati per le mensilità ad assegno ridotto percepite. Se decorre anche il 30 giugno senza rinnovo della certificazione, nulla potrà più essere recuperato e le mensilità a cifra ridotta per assenza di ISEE in corso di validità saranno definitive. Ecco perché il 28 febbraio è importante per le famiglie e diventa ancora più importante il 30 giugno.