Perché i colossi della moda non vanno più a caccia di stilisti

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Dj, cantanti, ma anche manager. I direttori creativi non servono più? Mentre qualche maison comincia a uscire con collezioni di abbigliamento senza brand, altre hanno deciso di fare a meno dei “geni dello stile”.

Ecco perché i colossi della moda non vanno più a caccia di stilisti, un trend che emerge dagli ultimi giri di poltrone nei colossi del fashion. Rilevato dagli Esperti di Moda di ProiezionidiBorsa.

Nuova musica in “Dior”

La maison Dior ha annunciato la collaborazione con la star dell’hip-hop Travis Scott per la creazione della prossima linea uomo, per l’estate 2022. Si tratta della prima collezione completa della maison creata con un musicista invece che con uno stilista.

Il direttore artistico di “Dior”, Kim Jones, come si dice in gergo, si è “fatto più in là”. Ha co-progettato la collezione insieme all’artista, cantautore, produttore, magnate e designer, nominato ai Grammy. Ma Travis Scott sta arrivando a Parigi col suo collettivo creativo “Cactus Jack”. Un team che già collaborato con alcune delle più grandi aziende del Mondo, tra cui Nike, Dover Street Market, McDonald’s, Playstation e altre. Aveva già lavorato con Dior alla capsule collection “Air Dior”, sviluppata dalla maison francese lo scorso anno con Jordan Brand.

La star musicale impiegherà i compensi in arrivo dal mondo fashion anche per una buona causa. Nel 2020 Scott ha fondato la “Cactus Jack Foundation”, che mira a supportare i giovani più creativi del Mondo tramite l’accesso all’istruzione e alle risorse necessarie per garantire loro un successo a lungo termine. Recentemente, la fondazione ha collaborato con la Parsons School of Design per definire un corso di moda e ha lanciato il proprio programma di borse di studio HBCU.

Perché i colossi della moda non vanno più a caccia di stilisti

Vediamo ora cosa succede ai vertici del colosso “Salvatore Ferragamo”. Un brand che vanta una qualità eccelsa, una portabilità senza pari ma una popolarità del brand tutta da migliorare presso le giovani generazioni. Se ci sono riusciti quelli anteguerra come “Dior”, “Celine” e “Balenciaga”, è ora di provarci anche a Firenze.

Giovedì prossimo arriva infatti, direttamente da Londra, a fare cinquina e tombola, l’uomo dall’occhio d’oro. Vale a dire Marco Gobbetti, appena nominato direttore generale e amministratore delegato. Gobbetti, attuale Ceo di “Burberry”, vanta un lungo percorso professionale nel settore della moda e del lusso. Ha un fiuto eccezionale per i trend in emersione ed è noto che può permettersi di defenestrare qualsiasi stilista. È stato amministratore delegato di “Moschino” e “Bottega Veneta”. Nel gruppo “Lvmh”, all’interno del quale ha speso 13 anni ricoprendo il ruolo di Ceo di “Givenchy” e di “Celine”.

L’annuncio di stamane ha già spinto il titolo Ferragamo a Piazza Affari (+2,9% a 19,86 euro) mentre a Londra Burberry affonda del 4,7%.

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