Perché ci sono pochi soldi nelle tasche degli italiani?

Quanto toglie dalle tasche, i risparmi, i redditi e i rendimenti delle famiglie la crisi del coronavirus

Perché ci sono pochi soldi nelle tasche degli italiani? Perché la situazione è così difficile, nonostante la ripresa dell’attività lavorativa? Abbiate la pazienza di seguirci per qualche minuto e lo scoprirete.

La notizia è di ieri, ed è di quelle che fanno tremare. Uno studio straordinario di Bankitalia ha certificato una situazione preoccupante. Un terzo delle famiglie italiane è a corto di liquidità. Più specificamente, un terzo delle famiglie italiane ha dichiarato di avere liquidità solo per meno di 3 mesi. E più della metà ha visto la riduzione del reddito, mentre quattro su dieci sono in difficoltà sul mutuo. Un terzo, poi, ha addirittura difficoltà col credito al consumo. Tradotto: ha difficoltà a comprare quanto necessario per vivere. Sembrano dati da terzo mondo, ed invece è la situazione italiana, purtroppo.

La situazione sopra descritta peggiora per i lavoratori indipendenti. Quattro su cinque hanno subito una caduta del reddito. Più di uno su tre ha certificato che questa caduta vale oltre la metà delle entrate del nucleo familiare. E, purtroppo, le cose sono destinate a peggiorare. Perché ci sono pochi soldi nelle tasche degli italiani?

Perché ci sono pochi soldi nelle tasche degli italiani?

Se si guarda alla soglia di povertà in relazione all’Indagine sulle Famiglie Italiane, la situazione peggiora ancora. La percentuale di coloro che hanno liquidità per meno di 3 mesi, se non hanno altre entrate, arriva ad un impressionante 55%. Altri dati negativi riguardano le aspettative di spesa. Tre persone su dieci non andranno in vacanza, e due su tre hanno già detto che le spese superflue diminuiranno, o cesseranno del tutto, nei prossimi mesi.

Ma perché siamo messi così male? Le motivazioni sono molte, e si accavallano. La durata del lockdown, che è stata particolarmente lunga. E che ha interrotto molta della produzione manifatturiera. La situazione che c’era prima, che non era per niente buona, nonostante proclami televisivi ed a mezzo stampa del contrario. Una ripresa a singhiozzo, soprattutto nel campo dei servizi, con molte attività che non trovano conveniente riaprire. Ma, soprattutto, aiuti insufficienti da parte del governo, con ritardi inspiegabili. E con fastidiosi e deleteri ritardi da parte delle banche nel concedere credito. Questo anche a fronte di garanzie statali. Garanzie che però sono limitate, in quanto ad entità. E che non possono andare a tutti.

Per questo ci sono pochi soldi nelle tasche degli italiani. Speriamo che le decisioni prossime venture in ambito europeo forniscano ossigeno alle nostre tasche. Perché ne abbiamo proprio bisogno.

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