Uno dei dispositivi tecnologici più venduti e di maggior successo nella storia di Apple è stato il MacBook Pro. Il modello in questione è quello dal 2010 al 2013, riconoscibile per l’iconico simbolo luminoso della mela morsicata sul retro del pannello.
Ancora oggi è facile che molte persone abbiano uno di questi portatili in un cassetto di casa. Probabilmente lo si è mandato in pensione anni fa, per sostituirlo con uno più nuovo.
Potrebbe anche essere, però, che qualche utente particolarmente nostalgico ancora ne faccia buon uso. Magari un genitore avanti con gli anni che lo sfrutta ancora. Ma il peso dell’età si fa sentire: la batteria inizia a non tenere più la carica, il disco rigido è diventato lento. Apple, poi, non distribuisce più nuove versioni dei suoi sistemi operativi che supportino anche questi modelli vecchi.
C’è anche da dire che questi vecchi portatili montano del buon hardware, con dei processori ancora perfettamente funzionanti. Se poi si volesse, il MacBook Pro di quegli anni è ancora oggi uno degli ultimi modelli migliorabili. Si possono inserire fino a 16 GB di RAM e un nuovo disco fisso, magari un SSD, per migliorare le prestazioni del dispositivo e renderlo usabilissimo.
Utile per smartworking e DaD
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Alla luce di questo ci si potrebbe domandare perché buttare il vecchio MacBook quando con questa semplice operazione lo si può riportare a nuova vita? Infatti, non c’è motivo: l’unico problema da risolvere rimarrebbe il sistema operativo. High Sierra, l’ultimo che supporta questi modelli, è ormai datato e obsoleto. Ma il computer è perfettamente funzionante. Cosa si può fare allora per rimetterlo in sesto e renderlo una macchina da utilizzare anche per smartworking e DaD?
La risposta è semplice: installare Linux. Un consiglio sempre valido per “resuscitare” vecchi portatili, e ancor più valido se si parla di un vecchio MacBook. L’operazione è davvero semplicissima e il MacOS la rende alla portata di chiunque. Bisogna sapere, però, che ogni dato presente sul portatile verrà cancellato, per cui meglio effettuare un backup dei file importanti.
Perché buttare il vecchio MacBook quando con questa semplice operazione lo si può riportare a nuova vita
Anzitutto, occorre una chiavetta USB da almeno 8 GB. Poi, va scelta la versione di Linux che più si preferisce, ci sono, ad esempio, Mint, Pop_OS! oppure Manjaro. Si può scaricare l’immagine per l’installazione e preparare la chiavetta USB come spiegato in questo articolo.
A questo punto, dopo aver effettuato il backup dei file, basta collegare la pennetta al MacBook e accenderlo tenendo premuto il tasto Option. Quando il sistema si avvierà, bisognerà scegliere l’opzione “EfiBoot” e seguire l’installazione guidata, avendo cura di cancellare l’intero disco per sostituirlo con la versione di Linux scelta. Completata la procedura, il computer sarà di nuovo perfettamente funzionante e al massimo della forma.