Perché anticipare la pensione e quando invece conviene attendere con pazienza i 67 anni di età

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Superati i 60 anni di età, sono tanti i lavoratori che iniziano a contare i giorni per il ritiro, ovverosia per andare in pensione. Rispetto al passato, tra l’altro, ritirarsi dal lavoro con l’assegno vitalizio dell’INPS in tasca non è mai semplice. In quanto i requisiti si sono fatti sempre più stringenti.

Inoltre, in passato si poteva andare in pensione sfruttando pienamente il sistema retributivo, che è decisamente più vantaggioso rispetto al calcolo pensionistico con il sistema contributivo. Come se non bastasse, poi, con il Governo Monti è arrivata pure la Legge Fornero che ha introdotto anche delle forti pressioni sull’età pensionabile.

Vediamo allora, nel dettaglio, quali sono le soluzioni e anche i motivi per il pensionamento anticipato e quando, invece, sarebbe preferibile optare, a 67 anni, per l’accesso alla pensione INPS di vecchiaia con almeno 20 anni di contributi versati.

Perché anticipare la pensione e quando invece conviene attendere con pazienza i 67 anni di età

In particolare, attualmente le principali misure di pensionamento anticipato sono tre:

  • la Quota 102, con 64 anni di età e 38 anni di contributi versati;
  •  l’Ape Sociale, con 63 anni di età e fino a 36 anni di contributi previdenziali richiesti e versati;
  • l’Opzione Donna, che, per le lavoratrici dipendenti e autonome, è una misura di pensionamento anticipato con 35 anni di contributi e con un requisito anagrafico, pari a 58-59 anni. Davvero molto vantaggioso, anche se c’è il rovescio della medaglia.

Detto questo, però, perché anticipare la pensione? In genere il lavoratore fa questa scelta per motivi di salute o per passare più tempo per la famiglia. Ma spesso pure per trasferirsi all’estero o perché proprio non ne può più di lavorare. In certi casi, però, sarebbe meglio attendere con pazienza i 67 anni di età. Vediamo allora quando e perché.

Quando, come e perché attendere i requisiti per quella di vecchiaia a 67 anni di età

Quando si opta per il pensionamento anticipato occorre sempre farsi quattro conti. In quanto la misura, rispetto alla pensione INPS di vecchiaia, presenta comunque delle penalizzazioni sull’assegno. Ragion per cui in genere occorre sempre valutare la convenienza economica dell’operazione, avvalendosi, per esempio, del supporto, della consulenza e dell’assistenza di un patronato.

Per esempio, con il pensionamento anticipato offerto dalla misura Opzione Donna una lavoratrice dipendente che si ritira a 58 anni di età avrà un assegno INPS decisamente più basso rispetto alla pensione INPS di vecchiaia. Per la quale, invece, si andrebbero a sommare altri nove anni di contributi previdenziali versati.

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