Perché anche se penalizzata la pensione di Quota 103 conviene a queste persone

Perché anche se penalizzata la pensione di Quota 103 conviene a queste persone-Foto da pexels.com

Andare in pensione prima con la Quota 103 mette gli interessati davanti ad un dubbio che fa invidia ad “Amleto”. In pensione nonostante tagli e penalizzazioni o restare al lavoro e godere di agevolazioni e pensioni più alte in futuro?

Un vero dilemma, che si risolve in maniera diversa da soggetto a soggetto. Non si può dire che la Quota 103 sia un disastro per qualsiasi contribuente. E non si può certo dire che favorisca la generalità dei lavoratori. Oggi però parliamo di quelle categorie che a conti fatti potrebbero trovare assolutamente conveniente la Quota 103, anche dopo le forti penalità che il Governo ha inserito per il 2024.

Perché penalizzante?

Prima di tutto occorre fare il punto sulle penalizzazioni che sono state introdotte nella proroga di 12 mesi della Quota 103. La misura è stata confermata per l’intero 2024 e con gli stessi requisiti di prima, cioè:

  • almeno 62 anni di età;
  • almeno 41 anni di contributi.

Nel 2024 però la pensione verrà calcolata con il sistema contributivo, mentre nel 2023 veniva calcolata con il favorevole sistema misto. L’importo massimo della prestazione che si può prendere è sceso da 5 a 4 volte il trattamento minimo. Sono le due differenze sostanziali della misura rispetto alla versione precedente. E sono le due cose che penalizzano i lavoratori. Ma le penalizzazioni non valgono per tutti allo stesso modo. Per esempio, chi ha meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995, non perde tanto. Perché già lo scorso anno avrebbe avuto diritto al calcolo retributivo solo per i periodi versati fino al 1995. In questo caso la convenienza alla Quota 103 non può essere messa in discussione. Perché anche se penalizzata la pensione di Quota 103 per molti è un vantaggio.

Perché anche se penalizzata la pensione di Quota 103 conviene a queste persone

Stesso discorso si può fare per chi a 62 anni di età perde il lavoro o lo ha già perso da tempo. Perché trovare un nuovo lavoro a 62 anni non è certo la cosa più facile da fare. Quindi, ben venga una pensione subito, anche se leggermente penalizzata. Restare senza sostentamento sarebbe l’alternativa evidentemente negativa per chi si trova in queste condizioni. Infine, non si può non parlare dei lavoratori autonomi. Infatti anche per loro c’è la facoltà, con 41 anni di contributi, di andare in quiescenza con la Quota 103 a 62 anni. L’alternativa sarebbe non solo il continuare a lavorare, ma anche il continuare a versare contributi. Se consideriamo una media di circa 4.000 euro all’anno di contributi, è evidente che per arrivare ai 42,10 anni della pensione anticipata ordinaria, servirebbero altri 22 mesi di versamenti. E sono soldi risparmiati che potrebbero rendere la pensione la via più giusta da prendere.

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