Per visite fiscali per malattia o infortunio dall’INPS attenzione al campanello

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È perfettamente normale che ci si possa ammalare oppure infortunare. La stessa Costituzione prevede che il lavoratore abbia diritto, in questi casi, a dei giorni di malattia. Giorni retribuiti, in cui non va a lavoro per curarsi.
Se un lavoratore si infortuna o sviluppa una malattia, e dunque non può andare a lavoro, deve attivare l’apposita procedura. Deve, cioè, andare dal medico perché questi rilasci un certificato medico e un attestato da inviare all’INPS.
Il medico deve fornire 2 documenti all’INSP. L’attestato che deve indicare il giorno di inizio della malattia, o del infortunio, e quando presume che avverrà la guarigione. Mentre il certificato medico indica anche la causa della malattia o dell’infortunio.

Il lavoratore deve, poi, controllare che i suoi dati, in questi documenti, siano indicati correttamente. Ad esempio, è importante verificare che sia corretto l’indirizzo inserito per la reperibilità.
Appena queste pratiche vengono completate il lavoratore rimane legittimamente a casa per curarsi, ricevendo lo stipendio. L’INPS, da questo momento, può inviare delle visite fiscali, per controllare che il lavoratore si trovi effettivamente a casa e sia realmente malato.

La visita fiscale

Come detto per visite fiscali per malattia o infortunio, l’INPS può agire di propria iniziativa oppure di impulso da parte del datore di lavoro. La legge non prevede dei limiti numerici all’invio di visite fiscali. Ci sono anche dei casi di più visite fiscali in un giorno.
Ci si è chiesti se l’invio di moltissime visite fiscali, a stretto giro, da parte del datore di lavoro, possa costituire mobbing. La Cassazione ha dato un risposta piuttosto precisa sul punto.

Ad ogni modo, il dipendente, pubblico e privato, in malattia ha un obbligo di reperibilità in casa in certe fasce orarie. Se ci sono particolari necessità, come una visita medica programmata in orario di reperibilità, è sufficiente comunicarlo all’INPS.
Ci si chiede, allora, che cosa possa accadere se arriva la visita fiscale e il dipendente non sente il campanello. Oppure lo sente, ma non può rispondere perché momentaneamente impossibilitato, ad esempio per l’espletamento di funzioni fisiologiche. La risposta viene da una recente ordinanza del luglio 2022 della Cassazione.

Per visite fiscali per malattia o infortunio dall’INPS attenzione al campanello

Si trattava del caso di un dipendente che non aveva sentito il campanello, suonato per la vista fiscale, perché si trovava nella doccia. I giudici hanno spiegato che in questi casi si devono bilanciare 2 esigenze. La prima è quella dell’espletamento della visita fiscale. Nel senso che il dipendente, sapendo che può ricevere la visita, deve mettersi in tutte le condizioni per sentire e rispondere al campanello.

Questo, però, non significa che il dipendente, solo perché è possibile giunga una vista fiscale, debba rinunciare alle esigenze primarie della quotidianità. Non si può impedire al dipendente di andare in bagno o fare la doccia perché attende la visita fiscale.
I giudici spiegano che se il dipendente non risponde al campanello perché non l’ha sentito o perché non poteva muoversi, bisogna guarda al caso concreto. Se il motivo della mancata risposta è legittimo non è possibile sanzionare il dipendente.

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