Per sapere quanto guadagna e dove lavora una persona basta agire in questo modo anche senza aver attivato una procedura di recupero crediti

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Nel corso della nostra vita potremmo avere bisogno di conoscere alcuni dati rilevanti sulla vita di una persona. Già ad un primo impatto possiamo immaginare che questo significa immergersi in informazioni personali. Di certo esistono delle norme chiare e di rilievo primario sulla riservatezza dei dati sensibili. Ma ciò non significa che in determinati modi, tutti ovviamente legali, possiamo informarci sull’entità dello stipendio e dei profitti di una persona.

Questo aspetto viene considerato meritevole di attenzione dal nostro ordinamento. Pensiamo al caso di un creditore che debba e voglia intentare una procedura giudiziaria per il recupero delle somme che legittimamente gli spettano. Oppure al caso di un ex-coniuge che versa in condizioni economiche difficili e che vorrebbe sapere quanto l’altro ex-coniuge possa essere di supporto in un momento delicato dell’esistenza. Così se stiamo cercando lo stipendio di qualcuno, ecco svelato come fare per sapere quanto guadagna e dove lavora.

Una questione giurisprudenziale

Come anticipato, la tutela di alcuni diritti costituzionali potrebbe giustificare la deroga alla tutela dei dati. Questi non collidono, bensì completano, l’esigenza di riservatezza e di protezione dei dati. È questa l’interpretazione data da un’importante filone giurisprudenziale confermato di recente dalla sentenza del TAR d’ Abruzzo n. 249 del maggio 2021 (e precedentemente dalla sentenza Tar Campania n. 5763 del 2018).

In pratica secondo questo indirizzo è lecito richiedere l’accesso all’anagrafe tributaria richiedendo i dati riguardanti un soggetto terzo. Questo non solo quando sia già in corso una lite giudiziaria, ma anche quando questa sia ancora solamente giustificata oppure anche semplicemente attivabile. L’importante è fornire come giustificazione la volontà di tutela di un diritto patrimoniale o personale e richiamare il rischio concreto di una sua violazione.

Per sapere quanto guadagna e dove lavora una persona basta agire in questo modo anche senza aver attivato una procedura di recupero crediti

La ricezione di tali atti infatti potrebbe giustificare l’azione di tutela stessa. Pensiamo al caso in cui vogliamo proporre un’azione revocatoria per un atto immobiliare compiuto dal nostro debitore. In questo caso, infatti, potremmo ben ritenere che l’atto di trasferimento sia motivato da ragioni elusive e di sottrazione dal patrimonio aggredibile.

Basterebbe così presentarsi presso l’Agenzia delle Entrate dove la potenziale controparte ha la residenza. Potremmo richiedere l’accesso agli atti, in particolare alle ultime dichiarazione dei redditi presentate. Alla nostra richiesta l’amministrazione competente potrebbe rispondere in due modi. Secondo le norme riguardanti l’azione delle amministrazioni (Legge 242/90) potrà rispondere alla nostra richiesta nel merito, presentando o meno la documentazione.

Cosa fare in caso di silenzio

In caso di silenzio, questo equivarrà ad una risposta negativa alla richiesta. Potremo allora fare opposizione (entro 60 giorni) al competente Tribunale Amministrativo Regionale. L’alternativa è procedere giudiziariamente nei confronti della controparte, e richiedere nel corso del procedimento l’accertamento di questi dati.

Molte informazioni che ci potrebbero essere utili sono accessibili, basta sapere come. Spesso nemmeno lo sappiamo. È questo il caso del semplice metodo per scoprire se siamo destinatari di polizze vita ed eredità dormienti.

Per sapere quanto guadagna e dove lavora una persona ecco come fare.

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