Gli automobilisti sanno quanto sia difficile organizzare la vita e gli spostamenti senza poter circolare con la propria macchina. Si potrebbe arrivare a questo per via della revoca della patente, anche senza commettere violazioni clamorose e plateali del Codice della Strada. Ad esempio, potrebbe capitare che la somma di varie piccole infrazioni alla guida porti a zero i punti che abbiamo a disposizione. Quando questo avviene, non possiamo più circolare in auto. Ha inizio così una fase di stallo che possiamo risolvere solo in un modo.
Occorre sostenere nuovamente gli esami, tanto quello teorico che pratico. Come se non bastasse, abbiamo anche poco tempo a disposizione per fare ricorso o per richiedere di poter partecipare agli esami. Si tratta di un periodo di soli 30 giorni. Altrimenti scatta la sospensione della patente, che significa dover sostenere nuovamente anche i corsi pratici. Eppure, dopo una decisione recente, gli automobilisti potrebbero avere una carta in più da giocarsi.
Per salvare patente e punti ed evitare la revisione basterebbe indicare la mancanza di questo dato nell’atto della Motorizzazione Civile
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La recente sentenza del Giudice di Pace di Frosinone (numero 1000/2021) apre un interessante scenario. Secondo il Giudice, l’atto di revisione della patente costituisce una forma di limitazione del diritto a circolare liberamente. Questo viene sancito, in primo luogo, dall’articolo 16 della Costituzione. Per questo motivo, il procedimento con cui si effettuano gli accertamenti deve essere assistito da garanzie minime di certezza e precisione per assicurarne la regolarità. Dunque, se la Motorizzazione Civile ci invia un atto in cui comunica la revoca della nostra patente, questo deve necessariamente essere corredato da una spiegazione dettagliata in merito ai singoli atti che giustificano il provvedimento.
In particolare, la revoca deve essere accompagnata dall’indicazione precisa delle infrazioni commesse dal guidatore e dai relativi verbali di accertamento. La Motorizzazione Civile deve indicare in maniera analitica gli estremi delle singole violazioni e i punti conseguentemente sottratti. Non si può ritenere altrimenti valido un atto che incide, talvolta anche per anni, sull’esercizio concreto della nostra libertà. Il Giudice, nel suddetto caso, per questi motivi ha annullato l’atto di revoca giunto al ricorrente da parte della Motorizzazione.
La lunga storia della violazione del Codice
Peraltro, la violazione di una norma che implica la sottrazione di punti della patente può non necessariamente ricadere sul proprietario del veicolo. All’arrivo della notifica della contravvenzione a casa, corrisponde un obbligo informativo che ricade sul cittadino. Questi deve comunicare all’autorità gli estremi del guidatore ed il numero della sua patente. In questo modo, la decurtazione avverrà solamente nei confronti dell’effettivo guidatore.
Secondo la Cassazione, tra l’altro, potrebbe essere sufficiente comunicare di non ricordare chi fosse alla guida per evitare la multa da violazione di obbligo della comunicazione del soggetto. Dunque, ci potrebbero essere varie ragioni per dubitare che la revisione della patente sia realmente dovuta. Così, attenzione, perché per salvare patente e punti la recente decisione potrebbe costituire un appiglio.