Ritardi in ufficio, appuntamenti saltati, consegne perse si potranno recuperare con questo cashback varato da Autostrade per l’Italia (ASPI). Infatti, per risparmiare sui pedaggi autostradali attiviamo da oggi questo nuovo cashback collegato alla situazione dei cantieri non rinviabili. Cantieri che, oltre a farci stare fermi in coda ore e ore, ci creano un danno economico dal punto di vista lavorativo. Ecco come funziona questo sistema automatico dei rimborsi annunciato a dicembre 2020 davanti alla Commissione trasporti della Camera.
Avremo cantieri ‘pesanti’ almeno fino al 2026
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La misura, che ha dovuto superare vari scogli fiscali e burocratici, è nata per minimizzare i disagi per l’utenza. Ci sono cantieri urgenti che hanno quasi paralizzato il traffico estivo. Ora in autunno lavoreranno a singhiozzo a causa del maltempo. Questa situazione andrà avanti almeno fino al 2026, dunque conviene saperlo.
I pendolari sono già agevolati nelle tratte più problematiche
Negli ultimi anni le situazioni più problematiche sono state quelle sulle autostrade della Liguria, delle Marche, dell’Abruzzo. Le perdite di incasso dovute a esenzioni e sconti per questi problemi, spesso dedicate ai pendolari, sono state pari a 77 milioni di euro. Ma tutti gli altri viaggiatori hanno sempre pagato i disagi sborsando per il pedaggio il prezzo pieno. Qualche volta invece di accompagnare i figli all’aeroporto e perdere un volo nazionale, conveniva di più metterli su un treno e farli viaggiare da soli.
Per risparmiare sui pedaggi autostradali attiviamo da oggi questo nuovo cashback
Il rimborso previsto va dal 25 al 100% commisurato ai ritardi di percorrenza causati dai cantieri su circa metà della rete nazionale di Autostrade. Per ottenerlo basta scaricare una app. Il diritto di rimborso vale per tutti (tranne gli aderenti a consorzi) indipendentemente dal veicolo guidato. I conducenti di auto, furgoni, camion, moto cominceranno a ricevere i rimborsi a partire da gennaio.
Come si calcolano i ritardi
Secondo l’accordo trovato ora tra ASPI e Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS), il tempo di percorrenza effettivo viene confrontato con quello di percorrenza medio quando ci sono o non ci sono cantieri su un tratto autostradale. In tal modo si può stabilire quando il ritardo supera la soglia critica. Il rimborso scatterà dopo 15 minuti rispetto al tempo standard. Il tempo standard ovviamente si riferisce alla velocità di 100 km/h per i veicoli leggeri e 70 km/h per quelli pesanti. Dunque non saranno rimborsati ritardi causati da traffico intenso, meteo, incidenti o manifestazioni. Restano fuori dal calcolo anche i ritardi per soste alla stazione di servizio.
A quanto ammonta il rimborso
Per rimborsi su tratte fino a 29 chilometri scatteranno rimborsi del 100%. Fino a 49 chilometri si scende a 75%. Tra 50 e 99 chilometri per ritardi sotto i 30 minuti spetta il 50% e il 75% per ritardi da 30 a 45 minuti. Sulle tratte lunghe il rimborso spetta solo per ritardi epocali. Oltre i 500 chilometri spetta il 25% per ritardi da 100 a 119 minuti e il 50% se si superano le due ore. E ovviamente ciò riguarda solo i tratti gestiti da ASPI.
Come si può fare la domanda
Per ottenere il rimborso bisogna avere il telepass o un altro sistema di telepedaggio. A proposito, vediamo qui a chi conviene il telepass e le agevolazioni per chi lavora. Altrimenti si può inviare una segnalazione tramite la app dedicata: Free To X. È gratis ma bisogna registrarsi indicando un indirizzo email e allegando la foto di un documento d’identità. In caso di ritardo dobbiamo allegare via foto anche la ricevuta di pedaggio che indica il tempo di percorrenza effettivo. La nostra richiesta verrà valutata entro 48 ore, poi riceveremo una notifica. Ci rimborseranno con lo sconto in fattura oppure potremo ricevere un bonifico. Da oggi fino al 31 dicembre però tutti i rimborsi finiranno in un borsellino elettronico monitorabile attraverso la app. I pagamenti avverranno da gennaio 2020 e da marzo scatteranno anche quelli ‘veloci’.