La correlazione tra stile di vita e salute è un caposaldo della medicina. E puntualmente vengono fuori nuove ricerche che mettono in rilievo questo aspetto. Qualche anno fa, ad esempio, ne venne condotta una che metteva in correlazione un’abitudine che hanno milioni di persone e la possibile insorgenza del diabete di Tipo 2 oltre che di malattie cardiovascolari.
Si tratta di uno studio pubblicato su Jama, la rivista dell’American Medical Association, e citato dal sito della Fondazione Veronesi. Nella ricerca veniva messo in rilievo come ad accrescere il rischio di imbattersi nelle due problematiche era la possibilità che un soggetto guardasse la televisione per due o tre al giorno.
Questo, ovviamente, non è un pretesto per demonizzare la televisione. Anche perché, a distanza di anni, si potrebbe equiparare questo tipo di abitudine alla possibilità di restare sul divano a guardare la propria serie preferita su un tablet.
Per prevenire il diabete oltre all’alimentazione meglio evitare questa comunissima abitudine che potrebbe aumentarne il rischio
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Tuttavia, con specifico riferimento a quel monitoraggio, gli scienziati della Harvard Shchool of Public Health di Boston e dell’Università di Odense rilevarono come per ogni 2 ore quotidiane medie trascorse a guardare la televisione il rischio di fare i conti con il diabete aumentava del 20% e quello di malattie cardiovascolari del 15%.
Attraverso l’isolamento di quella abitudine e i suoi effetti si andava, dunque, a individuare quanto uno schema di comportamento non salutare potesse diventare concretamente un fattore di rischio.
Lo stare davanti al teleschermo si definiva come la condotta sedentaria più radicata e pervasiva nei paesi industrializzati. Non è tanto, dunque, guardare la TV il problema. Lo sarebbe non associare questa eventuale passione ad una condotta di vita caratterizzata da regime alimentare sano ed equilibrato. Magari aggiungendoci anche un po’ di attività fisica.
La sedentarietà in generale si considera uno dei più importanti fattori di rischio per il diabete di Tipo 2. Questa unitamente alla mancanza di attività fisica.
Se di Tipo 2 può essere scoperto solo alla distanza
Il diabete di Tipo 2 (da non confondere con il Tipo 1) fa riferimento ad una ridotta sensibilità all’insulina da parte di fegato, muscolo, tessuto adiposo. Aspetti a cui si associa una minore secrezione insulinica pancreatica. Tra le sue caratteristiche più subdole c’è il fatto che può rimanere silente per anni.
L’iperglicemia è il primo segnale, ma inizialmente non offre alcun sintomo tipico. Nel tempo, invece, si può arrivare a sentirsi stanchi, avvertire sete più frequentemente, avere una maggiore diuresi e dolori addominali. Le conseguenze sono, inoltre, rappresentate da complicazioni a livello neurologico, renale, oculare o cardiovascolare.
Ecco dunque che per prevenire il diabete non basta prestare attenzione solo all’alimentazione.
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