Con settembre moltissimi italiani si mettono alle spalle le vacanze e si rituffano nei problemi. Probabilmente sarà un autunno bollente a causa dell’inflazione, delle bollette e delle scadenze fiscali di fine anno. Ma anche per una dilazione nei pagamenti verso il Fisco, che purtroppo è decaduta.
Per due anni l’emergenza pandemica e quindi quella economica, ha permesso di dilazionare i pagamenti di tasse e imposte. In certi casi i tempi si sono anche allungati. Per esempio, la rottamazione delle cartelle esattoriali e l’ampia rateizzazione ha dato un grande aiuto ai contribuenti.
A inizio anno grazie a una riforma del Fisco, gli scaglioni di reddito sono stati rivisti per agevolare molte fasce di reddito. Alcune fasce in particolare hanno avuto vantaggi maggiori di altre.
Come cambierà il fisco con la flat tax
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Alcuni partiti propongo una ulteriore riforma, introducendo una tassa piatta, uguale per tutti. Per molti esperti di fiscalità, la flat tax ha sicuramente dei pro ma ha anche dei contro. Alcune simulazioni hanno ben evidenziato chi ci guadagna e a chi conviene l’applicazione di un’unica aliquota. Da ricordare che in Italia le Partite IVA godono già di una flat tax al 5% o al 15%, per ricavi fino a 65.000 euro all’anno.
Mentre i partiti si scontrano sulle riforme fiscali possibili, a settembre per gli italiani è arrivata una brutta notizia, proprio dal Fisco. Infatti, i termini per i pagamenti degli avvisi bonari si sono dimezzati. Gli avvisi bonari dell’Agenzia delle Entrate, sono comunicazioni verso i contribuenti su cui sono emerse delle incongruenze in dichiarazione dei redditi o dell’IVA.
Per pagare le cartelle dell’Agenzia delle Entrate adesso i tempi si dimezzano
In pratica l’Agenzia delle Entrate avvisa il contribuente che dopo alcune verifiche sono emersi degli errori. Magari questi riguardano sbagli nella deduzione o nella detrazione d’imposte, nel calcolo dei crediti, eccetera. In base a queste verifiche l’Agenzia delle Entrate richiede al cittadino un pagamento integrativo per sanare la posizione in difetto.
Il contribuente che riceve l’avviso bonario ha due strade. Può sanare la posizione pagando la somma richiesta dal Fisco, oppure può replicare all’Agenzia delle Entrate dimostrando la correttezza dei sui pagamenti.
Nel primo caso per pagare la somma richiesta il contribuente fino al 22 maggio aveva 30 giorni di tempo dalla data dell’avviso. Ma l’Esecutivo Draghi con il Decreto Legge Ucraina bis, convertito in Legge il 5 maggio 2022, ha raddoppiato i termini. Quindi da quella data i termini per il pagamento dell’avviso bonario, sono passati da 30 a 60 giorni.
Tuttavia i termini previsti nel Decreto sono scaduti così da settembre i giorni per il pagamento dell’avviso bonario sono tornati ad essere 30. Quindi oggi il contribuente che riceve una comunicazione di ravvedimento, per pagare le cartelle dell’Agenzia delle Entrate ha solo 1 mese di tempo. In caso di mancato pagamento nei termini previsti, scattano le sanzioni pari al 30% della somma dovuta. Ma se il ritardo è inferiore ai 90 giorni, la penalizzazione viene ridotta della metà, ovvero al 15%.
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