Addio alla Quota 102 nel 2023. Ma anche ad Opzione Donna e all’Ape Sociale. Questo succederebbe, ad oggi, senza alcun intervento legislativo sulle pensioni da qui alla fine dell’anno. Con il Governo Draghi che è caduto, e con le elezioni politiche di settembre, è chiaro che per gli interventi legislativi sulla previdenza pubblica entro il 2022 i tempi sono davvero strettissimi.
Ed è anche chiaro che, nel caso, questi interventi sarebbero contenuti nella Legge di Stabilità di fine anno. In altre parole, per la riforma delle pensioni nel 2023 il compito è e sarà affidato al nuovo Governo italiano. Quello che uscirà dalle elezioni politiche di settembre nell’ambito della contesa tra tre schieramenti.
Ovverosia il centrodestra da un lato ed il centrosinistra dall’altro. ma con in mezzo il cosiddetto terzo polo che si è formato attraverso l’alleanza tra Carlo Calenda e Matteo Renzi. Ovverosia tra Azione e Italia Viva nonostante in passato i due leader non è che si siano amati politicamente.
Per le pensioni nel 2023 con la Legge Fornero c’è l’incubo dello scalone
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Nel dettaglio, per il prossimo anno la prima cosa da fare sarà, o comunque dovrebbe essere quella di evitare per i lavoratori il ritorno in auge dello scalone anagrafico. Quello introdotto, ai tempi del Governo Monti, con la Legge Fornero sulle pensioni.
La ricetta che risolverebbe il problema
Per le pensioni nel 2023 con la Legge Fornero c’è peraltro la ricetta della Lega. Una ricetta che risolverebbe il problema alla radice. In quanto il leader del Carroccio Matteo Salvini, proprio per evitare l’incubo dello scalone sulle pensioni, vorrebbe direttamente abolire e quindi cancellare la Legge Fornero. A vantaggio non solo del ripristino, e quindi del ritorno della Quota 100. Ma anche con l’istituzione della Quota 41 per tutti.
Ecco perché cancellare la riforma del Governo Monti potrebbe essere davvero molto difficile
E sebbene sulla Legge Fornero ci sia incombente l’incubo dello scalone, in realtà non mancano gli economisti che ritengono che, a conti fatti, in Italia sia impossibile cancellare la riforma del Governo Monti in quanto la strada obbligata, per mantenere in equilibrio la spesa pensionistica a medio ed a lungo termine, è quella del progressivo innalzamento dell’età pensionabile.
Anche per le misure di pensionamento anticipato così come avvenuto, nel passaggio dal 2021 al 2022, con la scadenza del triennio sperimentale della Quota 100. E con l’introduzione della Quota 102. Per andare in pensione sempre con i 38 anni di contributi previdenziali della Quota 100. Ma con il requisito anagrafico che è salito da 62 a 64 anni di età.
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