La pensione Opzione donna offre un grande vantaggio alle lavoratrici, ovvero quello di andare in pensione 8 o 9 anni prima rispetto alla pensione di vecchiaia. Ovviamente l’anticipo si paga ed in alcuni casi il costo è anche molto elevato visto che è richiesto un ricalcolo interamente contributivo del trattamento previdenziale. Però, se si considerano tutti gli anni in più in cui si prende la pensione, la penalizzazione è ampiamente ammortizzata. Quello che ci interessa approfondire in questo articolo, però è per la pensione Opzione donna quali contributi possono essere utilizzati per il raggiungimento dei 35 anni.
Qualche chiarimento sui requisiti
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La misura richiede 58 anni per le lavoratrici dipendenti e 59 anni per le autonome unitamente a 35 anni di contributi maturati. Entrambi i requisiti devono essere stati raggiunti entro il 31 dicembre 2021 in base all’attuale proroga. Ma molto probabilmente il nuovo Governo prorogherà la misura di un anno permettendo l’accesso anche a chi li raggiungerà entro la fine del 2022.
Unico problema è che non tutti i contributi possono essere conteggiati per il raggiungimento dei 35 anni necessari. E i contributi oggetto di disputa sono quelli figurativi. Ma cosa sono e quando spettano? E soprattutto quali sono quelli che non si possono utilizzare?
Contributi figurativi, cosa sono?
Si tratta di contributi che l’INPS riconosce senza che il lavoratore debba pagare nessun onere per periodi in cui si interrompe l’attività lavorativa. Si tratta, però, di interruzioni tutelate dalla Legge e, quindi, spettano solo per motivazioni specifiche. Per le quali, quindi, anche in mancanza di svolgimento del lavoro, al dipendente viene riconosciuta una contribuzione figurativa.
Nella maggior parte dei casi questi contributi sono validi sia per il diritto che per la misura (calcolo) della pensione. La maggiorazione contributiva per gli invalidi, ad esempio, è valida solo per il diritto e non per la misura. Così come i contributi riconosciuti, in alcuni casi, per il titolare di assegno ordinario di invalidità.
Quando spettano i contributi figurativi?
Quelli più comuni sono i contributi figurativi che sono riconosciuti per il periodo di servizio militare, sia volontario che obbligatorio e per il servizio civile. Ma anche quelli per il periodo del congedo obbligatorio di maternità sia in costanza di rapporto di lavoro che al di fuori di esso. Spettano, inoltre, per il congedo parentale durante il rapporto di lavoro, per il congedo straordinario retribuito e per i 3 giorni di permesso mensile per assistere familiare con Legge 104.
Sono riconosciuti anche per malattia, infortunio, aspettativa, cassa integrazione, indennità di disoccupazione e indennità di mobilità.
Per la pensione Opzione donna quali sono i contributi figurativi che non si contano
Per il raggiungimento dei 35 anni di contributi necessari per accedere all’Opzione donna possono essere utilizzati praticamente tutti i contributi figurativi. Tranne quelli che derivano da indennità di disoccupazione e malattia. In sostanza, quindi, è sbagliato dire che per andare in pensione con il regime sperimentale non possano essere utilizzati i contributi figurativi. Visto che per la maggior parte possono essere conteggiati nel raggiungimento dei 35 anni in questione.
Solo quelli dell’indennità di disoccupazione e malattia devono essere esclusi dal conteggio per il diritto alla pensione. Ma attenzione. Pur essendo esclusi dal conteggio per il diritto alla prestazione, saranno, invece, considerati per il calcolo dell’importo dell’assegno.