Con la fine dell’anno sempre più vicina e con i tempi ogni giorno più stretti, il Governo lavora per definire la flessibilità in uscita. Ovvero alla misura che dal 1 gennaio 2023 dovrebbe prendere il posto dell’attuale Quota 102. Le ipotesi in campo sono molte e si era parlato inizialmente di una Quota 102 modificata con 61 anni di età e con 41 anni di contributi. Anche per venire incontro ai desideri della Lega di una Quota 41 per tutti ponendo però, un paletto anagrafico. Ora per la pensione la Quota 103 sembra essere la soluzione anche se inasprisce di molto i requisiti richiesti per l’accesso anche rispetto alla Quota 102 modificata.
Flessibilità in uscita sempre più restrittiva
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Fino al 2021 si poteva andare in pensione, grazie alla Quota 100, con 62 anni di età e con 38 anni di contributi. Da inizio anni ha preso il suo posto la Quota 102 che di anni ne richiede 64 a fronte degli stessi contributi. E la misura ha permesso il pensionamento veramente di pochissime persone.
Anche la proposta di modificare la Quota 102 in una pensione a 61 anni con 41 anni di contributi avrebbe lasciato le porte aperte al pensionamento a pochi lavoratori. Ma avrebbe permesso di uscire dal mondo del lavoro con 41 anni di contributi a tutti quelli che non rientrano nella categoria dei precoci. E a soli 61 anni.
Per la pensione la Quota 103 inasprisce i requisiti di accesso
Ma una Quota 103 sembra, addirittura un passo indietro. Oltre a inasprire i contributi richiesti per accedere con la Quota 102, alza l’età rispetto alla proposta precedente. Una sorta di Quota 100 che richiede, invece che 38 anni, 41 anni di contributi.
In questo modo sicuramente si restringe ancora di più il campo dei possibili beneficiari e non si crea una vera flessibilità in uscita. Sembra una misura, piuttosto, messa lì per fare in modo che venga colta da meno persone possibili.
Si spera che qualsiasi misura sia, non preveda penalizzazioni
In ogni caso, fino alla pubblicazione della manovra non ci è dato sapere quale sarà la misura prescelta per prendere il posto della Quota 102 in scadenza. Quello che tutti si augurano, ad ogni modo, è che qualsiasi sia la misura adottata non preveda penalizzazioni di sorta sul calcolo dell’assegno.
Perché ci penseranno già i coefficienti di trasformazione a penalizzare il calcolo delle pensioni spettanti. Visto che uscire a 61 o 62 anni ha un peso sicuramente non indifferente sul calcolo della quota contributiva della pensione. Quella, appunto, su cui si applicano i coefficienti di trasformazione.